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«In cella sì ma con dignità»

I detenuti, in una lettera, si lamentano per le condizioni di sovraffollamento, per la poca socialità e per la presenza di topi al carcere Malaspina di Caltanissetta

CALTANISSETTA. Cinque persone in una cella di venti metri quadrati. Detenuti e familiari separati nei colloqui da un vetro e un bancone. E poi i topi che rosicchiano anche i viveri. C'è questo e altro nella lettera che i detenuti del carcere Malaspina (almeno così è firmata la missiva) hanno inviato al nostro giornale per evidenziare le difficili condizioni di vita cui sono costretti una struttura dove i problemi di sovraffollamento non mancano. Una paginetta in tutto per denunciare i disagi quotidiani e per far sapere all'esterno che nonostante la speranza non li ha abbandonati. «Non riusciamo a sopravvivere - hanno scritto - per i disagi che viviamo ogni giorno. Viviamo in cinque persone in una stanza di venti metri quadrati per ventuno ore quando il regolamento impone uno spazio di sette metri calpestabile a tesyta. Nei colloqui - rilevano - ancora nel 2013 siamo separati dai nostri cari da un bancone e une vetrata, strumenti fuori legge da anni perchè una normativa ha imposto di togliere sia i banconi che il vetro». E poi l'aria d'aria. «Viviamo le tre ore che ci toccano in appena cinquanta metri quadrati - rilevano - quindi a conti fatti settanta fatti settanta centimetri a persona, dato che noi siamo sesanta per piano. Non esiste la socialità che è obbligatoria. Non possediamo un frigoriferi dove conservare glia alimenti che i nostri cari con enorme sacrificio ci portamno durante i colloqui». Sugli aspetti sanitari hanno fatto rilevare la presenza di «tantissimi topi di qualunque misura e in qualsiasi posto nella stranza a volte anche sui viveri che poi schifati siamo costretti a buttare con grande dispiacere perchè si tratta di roba che ci viene portata dalle nostre famiglie. Le nostre lamentele - hanno concluso - all'interno del carcere non vengono ascoltate o considerate per quetso abbiamo pensato di scrivere al vostro goornale nella speranza che il nostro dolore tocchi il vostro cuore». Sulle problematiche denunciate dai detenuti abbiamo sentito il parere del direttore Angelo Belfiore. «La situazione del Malaspina - ha dichiarato - è nella media, comune diciamo ad altre strutture penitenziarie. Noi abbiamo avviato una intensa attività, in corso da qualche mese, per migliorare la situazione e di conseguenza anche le condizioni di vivibilità dei detenuti e del personale che vi lavora all'interno. Stiamo procedendo alla ristrutturazione della caserma per gli agenti e abbiamo avviato lavori per la manutenzione ordinaria del plesso. Si tratta di interventi finalizzati a rendere accettabile le condizioni di vita all'interno del Malaspina. Per quanto riguarda il problema dei topi - ha aggiunto Belfiore - periodicamente procediamo alle disinfestazioni di più non possiamo fare. I topi purtroppo sono ovunque sia dentro che fuori il carcere». Il Malaspina, inaugurato nel 1908, oggi ospita 270 detenuti nei padiglioni comuni o di alta sicurezza ben oltre la capienza consentita a fronte di un organico di polizia penitenziaria ridotto rispetto alle accresciute esigenze di pena. Nel vuoto sono caduti gli appelli, anche recenti, delle forze sindacali per rimpolpare il personale ampiamente sottiodimensionato.

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