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Formazione, controlli sul nuovo albo

Caccia ai «furbetti» del settore con verifiche incrociate con l’Inps. La Regione blinda in un albo gli 8.339 lavoratori assunti fino al 2008. Esodi incentivati per un migliaio

PALERMO. Ottomilatrecentotrentanove: ecco la platea dei lavoratori della formazione professionale siciliana, fotografata oggi dalla Regione e blindata in un albo che non si aggiornava da 16 anni. Si tratta di un elenco istituito dalla legge che riconosce i formatori offrendo tutta una serie di garanzie occupazionali. Laureati, ragionieri, geometri o titolari di sola licenza media, all’interno c’è un esercito di dipendenti assoldati nel tempo direttamente dagli enti senza alcun concorso, lievitati a ridosso delle campagne elettorali e oggi più che mai agguerriti per difendere il proprio posto. Questo elenco rappresenta il primo passo della riforma del settore: adesso che l’assessorato guidato da Nelli Scilabra conosce il numero esatto dei lavoratori, potrà avviare il piano di ridimensionamento e tagliare i costi che quest’anno sono comunque scesi da 280 a 220 milioni. Martedì è fissato un incontro coi sindacati con i quali inizierà il confronto per ricorrere agli esodi incentivati – un migliaio quelli ad oggi stimati possibili – e discutere sul piano di salvataggio dei 1.200 lavoratori degli enti cui è stato revocato l’accreditamento, cioè la patente per poter organizzare i corsi.
Prima, però, sarà caccia ai furbetti. «Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni - dice Scilabra – di possibili false dichiarazioni. Avvieremo i controlli incrociati con l’Inps ed eventualmente scatteranno le denunce». Prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, gli enti avranno anche il compito di verificare il casellario giudiziario dei dipendenti, per appurare che abbiano la fedina penale pulita.
All’albo potevano essere iscritti solo gli assunti fino al 31 dicembre 2008. Ne fanno parte gli operatori dell’Obbligo dell’istruzione formativa, che insegnano nei corsi destinati ai giovani che non vanno a scuola ma devono adempiere all’obbligo di istruzione, i lavoratori degli sportelli multifunzionali e gli impiegati degli enti di formazione professionale. Chi ne fa parte beneficerà di ampie garanzie occupazionali. Per fare un esempio, i lavoratori di Ial, Ancol, Lumen e Aram, in tutto 1.200, che risultato iscritti all’albo, troveranno riparo nel Ciapi di Priolo. L’iter sarà simile a quello dei 1.800 lavoratori degli sportelli multifunzionali, chiamati a gestire interventi per l’orientamento al lavoro al termine del progetto che è scaduto lo scorso 30 settembre. «Ma per i lavoratori della formazione – spiega Nelli Scilabra – l’iter sarà più immediato, perché saranno direttamente trasferiti al Ciapi di Priolo i corsi degli enti ai quali è stato revocato l’accreditamento. Di conseguenza saranno trasferiti i dipendenti».
Agli iscritti all’albo sono destinate anche le misure per la fuoriuscita dal bacino. Martedì l’assessore incontrerà i sindacati per discutere di esodi e percorsi di riqualificazione. Da un’analisi degli enti più grossi, ancora molto superficiale, chiariscono dalla segreteria tecnica guidata da Lucio Guarino, gli uffici stimano in un migliaio i dipendenti che potrebbero fuoriuscire dal settore, tra prepensionamenti ed esodi incentivati. A disposizione ci sono 45 milioni del piano giovani, messo a punto col governo nazionale, «ma è in corso un’interlocuzione con Roma per incrementare queste risorse» spiega Scilabra. Resta il nodo dei lavoratori che sono rimasti fuori dall’albo (perché con contratti a termine o assunti dopo il 31 dicembre 2008) il cui numero è in via di definizione dagli uffici del dipartimento della Formazione. Il loro posto sarà garantito per un altro anno, ma in seguito la loro posizione sarà subordinata alle garanzie offerte agli iscritti all’albo. Di certo c’è che gli enti di formazione dovranno attingere all’albo per eventuali assunzioni. Le porte al mondo della formazione sono definitivamente chiuse.

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