PALERMO. Giapponese, russo, orientale ma nostrano. Lo stile Made in Sicily si arricchisce di influenze straniere, frutto delle contaminazioni che gli artisti ricevono dai loro viaggi, dalle ricerche e dalle esperienze fuori dall'Isola, e che capitalizzano per non arrendersi ad un'economia che arranca, dinanzi al tramonto dell'impiego sicuro. Il web, assieme agli eventi di promozione, mettono in luce i nuovi talenti ed ogni volta è una scoperta di arti preziose. Così accade per quattro ragazze, unite dalla Sicilia ma divise dalla geografia delle loro fantasie creative, un kimono, uno chador e i meno noti soutache, le medagliette delle divise degli zar russi, oggi, riproposte come gioielli. A realizzare questi ultimi è una trentunenne di San Pietroburgo, da 25 anni a Palermo, con la mamma docente universitaria di lingua. Il marchio porta il suo nome “Aleksandra Soboleva Soutache Jewellery”, ed è stato il recente “Fashion afternoon” di via Petrarca, a Palermo, a far conoscere ad un più vasto pubblico i suoi pezzi, frutto di certosina precisione ed eredi di una cultura storica. «È una tecnica di ricamo, praticata nell'est europeo, con pietre semi preziose e cristalli Swarovski incastonati in colorata passamaneria di seta. «Paradossalmente – spiega – non l’ho appresa da una tradizione di famiglia ma da un regalo del mio fidanzato italiano. È stato amore a prima vista, ho iniziato immediatamente a ricrearli. Lo stile russo è più pesante e barocco, i miei sono soutache soft, realizzati con giade, quarzi, onici, lapislazzuli e turchesi, con gemme diverse tra loro che trovo in giro per il mondo». Si trovano da Olivia a Palermo o sulla pagina Fb.
Ed è ancora il web ad aver fatto da vetrina virtuale alle sorelle palermitane Paola e Giuliana Violante per la loro linea Kimono Jewelry, deliziose miniature di abiti tradizionali giapponesi, pendenti al lobo, realizzati con origami di carta stampata. «L’idea – spiega Giuliana - è nata in seguito ad un viaggio ad Amsterdam, durante il quale siamo state ospiti nell’albergo in puro stile giapponese della nostra amica Yuko. Un mondo colorato e raffinatissimo, dove la cura dei dettagli fa la differenza, abbiamo cominciato ad appassionarci e a ricercare le stampe giapponesi per la nostra manifattura dal sapore lontano, ma rigorosamente Made in Sicily». Dal costo contenuto, 19,90, in vendita sul sito kimonojewelry.tumblr.com.
Il «Sicilian urban chador» o chador metropolitano siciliano è, invece, il copricapo, che la stilista trapanese Marzia Madì ha presentato alla sfilata «Palermo collezioni» che si è svolta nei giorni scorsi alle Mura delle Cattive. Pur richiamando nello stile le atmosfere francesi anni Cinquanta, e l’eleganza di Audry Hepburn, Grace Kelly o Catherine Deneuve, gli accessori realizzati dalla Madì traggono ispirazione dal fazzoletto che vela il capo delle donne islamiche. «Il tocco siciliano – spiega la trentenne nata ad Alcamo ma vissuta all’estero ed in Costa Azzurra - è una importante spilla gioiello che lo chiude sotto il collo, la classica "spilla della nonna", accessorio d’origine ottocentesca, un must sui cappotti delle signore siciliane, fino a qualche tempo fa, e che, oggi, vive un ritorno di tendenza, come cult, per l'autunno inverno 2013-2014». In vendita su Fb e all’atelier di via Petrarca, 33 a Palermo.
Il nuovo Made in Sicily influenzato dall’Oriente
Lo stile di casa nostra si arricchisce soprattutto di tendenze russe e giapponesi, frutto delle contaminazioni che gli artisti ricevono dai loro viaggi
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