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Taglio stipendi deputati, tutti contro tutti

Rimessa in discussione la norma che decurta la retribuzione degli assessori tecnici. Il Drs: via i consulenti dell’ufficio di presidenza dell’Ars. Gucciardi del Pd contesta le scelte del presidente Savona.

PALERMO. Il presidente della commissione Spending review, Riccardo Savona, si dice disposto a cancellare la norma che quasi dimezza gli stipendi agli assessori tecnici. Il Pd la difende. E nel frattempo il gruppo Drs chiede che oltre alle buste paga degli onorevoli vengano tagliate le spese per il personale comandato in servizio presso la presidenza dell’Ars. E così il disegno di legge approvato in commissione mercoledì va verso l’aula in un clima da tutti contro tutti.


Il testo ha suscitato polemiche perchè i deputati dell’Ars hanno deciso per se stessi un generico taglio del 20% senza fare alcun riferimento al decreto Monti, che in tutta Italia ha ridotto i compensi indicando un limite invalicabile pari a 11.100 euro lordi a fronte degli attuali 11.781 netti. La norma che l’Ars vorrebbe applicare è invece molto elastica, perchè consente modifiche al rialzo attraverso semplici delibere interne e lascia il Parlamento
siciliano agganciato alle regole del Senato (rendendo automatici in Sicilia eventuali aumenti decisi a Palazzo Madama). A far discutere è pure la norma che riduce da 9.900 euro netti a poco più di 5 mila i soli stipendi degli assessori tecnici. Mentre i deputati chiamati in giunta manterrebbero le loro migliori indennità, che prevedono pure una diaria da circa 3 mila euro che invece i tecnici perderebbero del tutto. Una mossa con cui il Parlamento tenta di scoraggiare il ricorso a tecnici, sempre più diffuso nelle ultime legislature. Ma il presidente della commissione, Savona, è disposto a cancellare questo articolo che arriva nel pieno dello scontro fra il Pd e la giunta Crocetta: «Non è frutto del lavoro che ho impostato io.


È una norma che avevano proposto i deputati del Pd quando la commissione era presieduta da Cracolici. Anzi, loro prevedevano un taglio del 30% rispetto al compenso dei deputati, io ho ridotto questo taglio al 20%». Savona ammette che, pubblicata la notizia ieri sul Giornale di Sicilia, alcuni assessori hanno chiamato la commissione per avere rassicurazioni: «Qualcuno mi ha detto che a questo punto conviene fare il dirigente regionale piuttosto che l’assessore. Ma ho risposto che su questa norma non faremo le barricate». In realtà il Pd la difende. Per il capogruppo Baldo Gucciardi «è un fatto di
equità prevedere che anche gli assessori rinuncino a qualcosa in una fase di spending review. Non c’è alcun intento punitivo». Gucciardi contesta a sua volta le scelte di Savona: «Il Pd vuole il recepimento secco del decreto Monti. Anche perchè con il testo uscito dalla commissione non c’è risparmio sulle spese dei gruppi nè chiarezza sulla rendicontazione».


L’intero gruppo Drs, di cui fa parte Savona e che conta pure su Giuseppe Picciolo, Edi Tamajo, Marco Forzese, Marcello Greco e Salvatore Lo Giudice chiede invece di tagliare tutti i comandati, dipendenti di altre amministrazioni chiamati dai membri del consiglio di presidenza come assistenti: «L’Ars, ogni anno, spende 2 milioni per contrattualizzare decine di esterni presso le segreterie del Presidente e dell’Ufficio di Presidenza. Nell’
ottica della sistematica riduzione dei costi è necessario rescindere questi contratti». Savona rivela che «ci sono membri del consiglio di presidenza che hanno scelto veterinari come assistenti comandati. Ma a che serve?»..

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