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Fare il cocktail ideale? Un’arte I pub puntano sui professionisti

A Palermo i locali investono sulla formazione del personale per la corretta preparazione di queste bevande: «La richiesta è in continuo aumento»

Dai grandi locali di lusso alle discoteche in riva al mare o nei semplici pub e wine bar in città il cocktail è sempre di moda. Lo bevono un po’ tutti, dai vip ai ragazzi e devono soddisfare tutti i gusti: dolci, secchi, alla frutta, analcolici, frizzanti, dissetanti. Una figura professionale nata in questi anni e molto richiesta nei locali della città di Palermo è quella del barman.
Mentre camerieri incedono silenziosi tra i tavoli e prendono ordinazioni, il barman con abilità da giocoliere, scuote lo shaker sopra la spalla, catalizzando l’attenzione dei clienti e dando loro l’impressione di assistere alle alchimie di un mago. E il bicchiere, con la sua miscela misteriosa, con i suoi colori ora pallidi, ora intensi e vivaci, diventa protagonista di una coreografia raffinata. Dopo tutto, questa bevanda miscelata con arte non va sorbita distrattamente in un pub come la birra, ma assaporata con attenzione per percepire l’armonia degli ingredienti, gustarne i contrasti, ammirarne la coreografia. Quella del barman, infatti, è un’arte che richiede studio e passione, grande precisione, ma soprattutto un raffinato senso del gusto, creatività e abilità, fusi in un’alchimia di sapori e colori dai risultati volutamente diversi; ha esigenze precise, a partire dal bicchiere per arrivare alla decorazione finale.
La Confesercenti di Palermo ha sentito i suggerimenti degli esercenti locali che vogliono formare il loro personale, per trasformare semplici «versatori di liquori e bevande» in barman professionisti. «La Federazione italiana pubblici esercenti ha una filosofia – spiega il professore Pierluigi Cucchi- che è quella di proporre bevande poco alcoliche sostenendo il concetto del bere consapevolmente». Sempre secondo il docente tra i cocktail che vanno più alla moda figurano: «I mojito e i pestati che provengono dalle isole caraibiche o le caipirinhe dal Brasile. Questi cocktail sono caratterizzati dalla presenza dell’agrume e della sua acidità. L’agrume viene pigiato e arricchito da menta. Noi cerchiamo con la capacità di valorizzare e costruire una bevanda miscelata». Molto gettonati «il mojito sprits, il Negroni sbagliato (anziché il gin si usa lo spumante, unendolo al martini rosso, bitter campari, ndr) – spiega il proprietario dell’Oliver wine bar Nino Li Causi – I nostri cocktail più originali sono quelli a base di birra uno dei più bevuti è il Lady Malto (aperol, succo di limone e birra e ghiaccio, ndr), cocktail della casa l’Oliver (bitter campari vodka e succo di pompelmo, ndr)».
Giusy Sardina, al banco del Nuovo Kuletto’s di via Marchese di Villabianca 179 spiega come tra i più giovani impazzi il Sex on the beach. Anche il cocktail della casa tira alla grande ed è il Kuletto’s alcolico fatto con vodka, succo d’arancia e il Peach tree e altri ingredienti segreti.

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