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Su e giù nelle cavità: fondamentale l’imbragatura

PALERMO. Spesso la speleologia viene scambiata con l’alpinismo, ma si tratta di due pratiche diverse: lo speleologo, infatti, non si arrampica, ma sale e scende su una corda per calarsi, appunto, all’interno delle cavità sotterranee. Per farlo, però, necessita di un’attrezzatura adeguata e sicura. Fondamentale è l’imbragatura. «L'imbrago non solo serve a sostenere tutta l'attrezzatura dello speleologo - afferma Dario Rocca dello Speleo Club Ibleo -, ma serve come sicurezza al medesimo sostenendolo quando si deve calare in pozzi profondi o passaggi in parete. All'imbragatura sono fissati tutti gli ascensori come moschettoni e corde varie. Il moschettone è a forma di D oppure triangolare con una chiusura a ghiera».
Distinguiamo, inoltre, l’attrezzatura per la salita e quella per la discesa. Dell’attrezzatura per la discesa fa parte il discensore, che è usato dallo speleologo per la discesa in verticale all’interno di una grotta. «Naturalmente – continua Rocca -, prima di fare una discesa va controllata accuratamente che la corda sia inserita correttamente nel discensore, e che queste funzioni regolarmente». L’attrezzatura di risalita, invece, possiede un bloccante chiamato tecnicamente «croll», che serve a evitare allo speleologo di scivolare verso il basso durante la risalita. Fondamentale il casco, che protegge la testa da eventuali cadute di sassi e, considerato l'ambiente scarsamente illuminato in cui si opera, protegge da brutti colpi alla testa. Proprio perché si tratta di un ambiente oscuro, anche l’impianto di illuminazione è fondamentale allo speleologo. La luce non dovrà illuminare un solo punto della grotta (escluso se si vuole vedere un punto preciso), ma dovrà avere un fascio ampio, così non solo da illuminare dove si appoggiano i piedi, ma anche quello che ci sta davanti ad alcuni metri di profondità. Oggi si usano impianti elettrici a led, bisogna però prevedere batterie di scorta, sebbene in questi ultimi anni sia stato raggiunto un buon livello di autonomia. «L’attrezzatura da gruppo – spiega Nino Balsamo del Gruppo Grotte Catania -, prevede le corde, gli ancoraggi per fissare le corde, i moschettoni e dei chiodi speciali ad espansione chiamati “split”. Per una maggiore sicurezza la corda va assicurata alla parete mediante 2 “split”, verificando che non strisci sulla roccia per evitare la rottura della medesima su sporgenze». Fla.Pe.

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