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Convegno a Caltanissetta, diminuiscono gli aborti: «Le donne più informate»

CALTANISSETTA. Oltre cinquanta relatori tra professori universitari, primari da tutte le regioni, presidenti regionali e nazionali delle principali società di medicina in ambito ostetrico e ginecologico, hanno preso parte al corso di aggiornamento "argomenti di ostetricia e ginecologia" tenuto in città. Il corso ha conciso con il trattamento in quiescenza del primario del Sant'Elia, Giuseppe Giannone, che ha presieduto i lavori. Tutto ciò che riguarda la gravidanza, la salute perinatale, la sicurezza del parto, le informazioni sul feto, gli screening del primo trimestre e la diagnosi precoce del nascituro, sono argomenti all'ordine del giorno per coppie e donne che affrontano la gravidanza. Un esempio è la ricerca di cellule fetali su sangue materno.


Evita l'amniocentesi che ha 1% di rischio aborto, ma costa troppo per il sistema sanitario. Il problema dei punti nascita di piccoli paesi è un argomento sensibile in Sicilia, oggetto di proteste. «I punti nascita piccoli sono i meno sicuri. La Sicilia è maglia nera per la mortalità materna e il dato di 21 decessi su 100 mila parti, è legato sicuramente a punti nascita sottodimensionati e poco sicuri. Siamo riusciti a migliorare la mortalità perinatale ma dobbiamo migliorare sulla mortalità materna. Sono sicuro che ci sarà un crollo con la chiusura dei piccoli punti nascita.


L'ospedale di Caltanissetta, comunque, durante la mia gestione non ha mai avuto un caso di mortalità materna», chiarisce Giannone. L'Istat certifica che a Caltanissetta c'è la percentuale di riuscita più alta dei tagli cesarei della Sicilia. In tema di "ragazze madri", «l'informazione non è mai troppa e sicuramente non possiamo paragonare lo stato attuale a quello di dieci anni fa. Bisogna migliorare e avvicinarsi all'utenza debole. Ricordiamo che nel nostro territorio ci sono extracomunitari e pazienti economicamente di fascia bassa o culturalmente debole, e quindi lo sforzo legato alle ragazze madri è di avvicinare l'utenza debole e informarla sempre meglio. Il problema delle ragazze madri è sempre esistito non solo in Sicilia, anzi è più presente in settentrione che da noi». Dal convegno è emerso che un'altra maglia nera per la provincia nissena, in questo caso a Gela, è quella delle alterazioni genetiche neonatali.


Altro argomento socialmente scottante è quello delle interruzioni di gravidanza che Giannone definisce comunque in calo nella nostra città. «Le interruzioni volontarie di gravidanza esistono da quando esiste l'uomo - chiarisce Giannone - oggi la donna non è assistita in maniera criminale e di nascosto, ma ufficialmente. La società dovrebbe impegnarsi a sostenere di più le donne non solo psicologicamente, ma (soprattutto oggi) anche socialmente. Molte donne abortiscono perchè non hanno possibilità di mantenere la famiglia e non hanno un lavoro. Il problema è morale, sociale ed economico. Però dobbiamo riconoscere che la legge 194 ha ridotto il numero delle interruzioni di gravidanza perchè le donne sono più informate e questa diminuzione delle interruzioni c'è anche qui da noi».

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