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Credito di imposta a rilento, la Sicilia rischia di perdere 35 milioni

Il Movimento Cinque Stelle: solo una quindicina di aziende su 1180 hanno presentato la fidejussione per l'erogazione dei contributi relativi alle assunzioni fatte nel 2011. I fondi rischiano di tornare a Bruxelles

PALERMO. “Un flop il credito di imposta per le assunzioni fatte dalle imprese siciliane nel 2011”. È quanto si legge in una nota del Movimento Cinque Stelle all’Ars. Solo una quindicina di aziende sulle 1180 circa che hanno fatto domanda, hanno presentato l'indispensabile fidejussione per l'erogazione dei contributi relativi alle assunzioni fatte nel 2011.  Rischiano di tornare a Bruxelles, dunque,  circa 35 milioni di euro stanziati per l'operazione.
“Presenteremo – dice la deputata Claudia La Rocca - una mozione urgente per impegnare il governo a percorrere tutte le ipotesi alternative a questa strada, che si sta rivelando un vicolo cieco in un'isola dove si rischia di concedere opportunità solo alle imprese sane e di penalizzare ulteriormente quelle in difficoltà”. La questione è stata discussa anche in quinta commissione all'Ars, dove è emerso che l'obbligatorietà della fidejusiione (non prevista in altre regioni) è stata imposta dalla Corte dei Conti. In quella sede è stato stabilito di convocare un tavolo tecnico con l'organo di controllo per cercare di superare l'empasse. L'ipotesi a cui pensano i deputati del Movimento è quella di ricorrere all'Irfis, l'isituto regionale  per il finanziamento delle imprese siciliane, che per statuto può rilasciare la fidejussione. Al governo - continua La Rocca - chiederemo di valutare questa ed altre strade alternative. Abbiamo l'obbligo morale di provarci, nonostante la ristrettezza dei tempi a disposizione Sono state recentemente prorogate al 20 ottobre le scadenze per presentare la polizza. Non possiamo permetterci di rimandare al mittente somme che per la nostra economia potrebbero essere vitali”.

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