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Crisi, i renziani con Crocetta

PALERMO. Dalla parte di Crocetta, in questa crisi appena scatenata dal Pd, potrebbero ritrovarsi a sorpresa i renziani di Sicilia. Davide Faraone, leader della corrente sicula del sindaco di Firenze, ammette di non condividere la linea di rottura decisa ieri dal partito. Dietro le quinte potrebbe profilarsi un accordo fra Crocetta e i renziani per sostenere il sindaco di Firenze nella corsa alla segreteria nazionale ed eventualmente Fabrizio Ferrandelli in quella per la leadership del partito in Sicilia.
I renziani all’Ars sono due ma potrebbero spingere anche qualche altro scettico a non ostacolare Crocetta. Tuttavia anche in questo caso il presidente, privo dell’appoggio di tutti o quasi i 18 parlamentari Pd, non avrebbe la maggioranza. Dalla sua parte rimarrebbero i 10 dell’Udc, i 7 di Articolo 4, i 6 del Megafono, e gli altri 6 dei Drs. E poi ancora Pippo Gianni e Michele Cimino e forse l’ex 5 Stelle Antonio Venturino. Crocetta si fermerebbe così fra i 32 e i 34 deputati a suo sostegno. Ma siamo solo al primo giorno di trattative.

IL COMUNICATO DI FERRANDELLI. "E’ necessario ricostruire le ragioni dello stare insieme per ricucire una rottura che non fa bene ai siciliani e preparare tempi nuovi. Unità serve, non divisioni e contrapposizioni, per riportare il Pd ad essere protagonista del cambiamento. Un congresso subito serve, quello sarà il luogo dove le idee si confronteranno e dove si ritroverà il senso dell’unità, dell’apertura e della serietà. Si dovrà ripartire dalla straordinaria impresa del 28 e 29 ottobre 2012 e, ad un anno da quella appassionante vittoria, Pd e Crocetta devono ritrovarsi ed aggiornare insieme l’agenda del cambiamento. Stabiliamo una road map tutti insieme. Sì, una road map for change, una tabella di marcia per il cambiamento. Un nuovo Pd nascerà l’8 dicembre e credo che la Sicilia non possa aspettare oltre. Organizziamo gli stati generali del cambiamento ad ottobre, ad un anno esatto dalla vittoria del Pd e di Crocetta, dal titolo "Insieme Cambiamo la Sicilia", e insieme al presidente aggiorniamo l’agenda del cambiamento. Poi il congresso. L’8 dicembre, infatti, il popolo del Pd verrà chiamato ad eleggere il segretario nazionale del Pd attraverso le primarie, e penso che i gazebi in Sicilia non si debbano smontare per celebrare così, una settimana dopo, il nostro congresso e lasciare che gli iscritti al Pd e gli elettori decidano cosa debba essere il nuovo partito in Sicilia, cosa debba fare e chi lo debba rappresentare".

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