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«La vera moda? La decido io» Quando il look da strada è chic

Camicia fuori dai pantaloni, colori non abbinati o capi di diverse stagioni: ecco quando infrangere le regole può fare tendenza

PALERMO. Camicia fuori dai pantaloni, colori non abbinati, capi di diverse stagioni e tessuti non coordinati? Anche questo è stile. Spegnete i riflettori, smontate le passerelle, la moda è fuori dalla porta, e si celebra quando le indossatrici, le redattrici, le fashion blogger e gli stessi stilisti vanno a casa, e cioè, quando è di scena lo Street style. Questo modo di dire e fare moda che si sta insinuando anche nel vocabolario delle persone comuni è un punto di vista rivoluzionario sul chi «detta le regole». Un sospetto covato e cavalcato, a proprio favore, negli ultimi 50 anni, dagli addetti ai lavori fino a che il vaso di Pandora è stato aperto insieme agli sterminati siti e profili che si occupano di abbigliamento, osservato sulla gente e tra la gente. Le proposte dei designer, dal più noto al debuttante, sono quelle che hanno un «fil rouge», una ispirazione di fondo portata avanti con coerenza, lo Street style, invece, è quello che le persone effettivamente indossano, comprano, ripescano dall’armadio.
Si ispira all’uomo comune come ai vip, immortalati però quando sono fuori dalla scena, quando non recitano un copione o mostrano ciò che è stato loro suggerito, quando sentono, cioè davvero, ciò che portano addosso, dall’abito al più piccolo accessorio. Insomma lo Street style è uno scrigno dei segreti a cui i veri appassionati di moda si avvicinano osservando ciò che appare cool, fashion, insomma, bello. Perché ci sono dovunque persone che fanno moda, accade in tutti i luoghi dove alberga una comunità. A scuola, negli uffici, tra le comitive, dove la tendenza è naturale e non indotta da indagini di mercato. Anche nello Street style, è ovvio, lo scambio tra designer e fruitori esiste ed è reciproco, i primi trovano ispirazione e conferme da ciò che gli ultimi, alla fine, scelgono e portano alla cassa.
L’anello di congiunzione di questa tendenza sono proprio i commercianti che devono avere naso ad acquistare e proporre alla propria clientela quello che cerca. La «moda dei marciapiedi», quindi, opposta a quella delle passerelle che trova come punto di incrocio le vetrine fisiche o virtuali dei negozi multimarca. «Lo Street style è un modo di essere – spiega la palermitana Paola Ardizzone, che collabora con l’azienda di famiglia - prima la moda era uguale per tutti, dettava gli abbinamenti, scandiva le ore del giorno in base alle quali un capo era "adatto", e seguirla dipendeva dalla "possibilità" di farlo. Pochi, costosissimi stilisti stabilivano l'“in” e l’“out”, oggi, ciascuno di noi è moda. L'abbinamento di colori, tessuti e accessori dipende dal nostro gusto, dal nostro umore, dal ritmo delle nostre giornate. È proprio "on street" che la vita si svolge tra casa, lavoro e impegni sociali e, spesso, non c'è il tempo per cambiarsi. E per chi deve correre in giro? O un paio di ballerine nella borsa o come fa Carrie Bradshaw, impavida newyorchese su tacco 12 in Sex and the city, icona di questo genere».
Un esempio di Street style: un tubino di velluto vinaccio di Aspesi (390 euro), abbinato ad un polacchino Shinobu nero, senza stringhe finto «clochard» (398 euro), con un cappotto «a uovo» spigato di Forte Forte, totale dell’outfit più di mille euro, da strada ma molto chic.

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