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Formazione, nuove sanzioni per gli enti

L’assessorato: nella rendicontazione le spese per il personale irregolare non saranno riconosciute. Nel mirino 382 posti

PALERMO. Reclutati dagli enti malgrado il blocco delle assunzioni decretato dalla Regione a fine 2008 o impiegati con contratti diversi da quelli previsti per il settore della formazione professionale proprio per tentare di sfuggire ai vincoli: scoppia il caso dei 382 docenti e funzionari che gli enti hanno chiesto di mettere in regola e che l’assessorato ha invece tagliato fuori dal bacino dei lavoratori tutelati. E adesso gli enti gestori dei corsi saranno chiamati a pagare per queste assunzioni.
Il caso nasce dalla decisione di realizzare un albo ufficiale dei lavoratori della formazione. L’assessorato ci lavora da maggio, quando ha chiesto agli enti di fornire l’elenco dei dipendenti. Nell’albo possono essere inseriti solo gli assunti prima del 31 dicembre 2008. Da quella data scatta un divieto di assumere, anche con contratti a termine, deliberato dalla giunta Lombardo. Per questo motivo, malgrado le stime sul settore abbiano sempre indicato in 10 mila il numero dei lavoratori, solo 7.322 sono stati inseriti nell’albo: altri 382 non hanno passato la tagliola e figurano in un altro albo dal titolo «Esclusi». Per tutti gli altri, gli enti non hanno neppure chiesto di inserire il nome nell’albo: di fatto, sono fuori dal sistema.
Ne nascerà comunque un braccio di ferro, per vari motivi. Intanto perchè fino al 25 settembre gli enti possono provare a dimostrare la regolarità delle assunzioni chiedendo di correggere l’albo. Poi perchè in ogni caso questi 382 lavoratori sono la prova di una violazione del divieto di assumere. Quali sono dunque le conseguenze? L’assessore Nelli Scilabra si muove su due binari: «Il bando dell’anno scorso dava una copertura a questi lavoratori e poichè i corsi di quest’anno sono la prosecuzione di quelli del 2012, se gli enti hanno la capacità economica possono fare lavorare ancora gli esclusi dall’albo. La priorità però va data a chi è in regola». L’anno scorso il settore è stato finanziato con 282 milioni, quest’anno non si andrà oltre i 230 e dunque se gli enti riusciranno a impiegare bene le somme lavoreranno tutti altrimenti i 382 saranno fuori.
Per la Scilabra, «dall’anno prossimo, quando scatterà la riforma, solo chi è nell’albo ufficiale potrà lavorare ai corsi». Che saranno gestiti da un’agenzia regionale, la quale si farà carico anche di organizzare l’impiego del personale attingendo proprio all’albo ufficiale.
Ma le conseguenze delle assunzioni fatte dopo il 2008 saranno anche di altro tipo: «L’assessorato - spiega la dirigente Anna Rosa Corsello - non riconoscerà la validità di queste assunzioni in sede di rendicontazione finale del corso». Significa che quando l’ente porterà in assessorato le documentazioni finali per legittimare il finanziamento relativo agli anni 2009, 2010 e 2011, dal saldo dei soldi che la Regione deve erogare verrà detratto il costo del lavoro di questi 382 dipendenti. O se i fondi sono già stati tutti erogati, l’assessorato tratterrà quote dei successivi finanziamenti: sarà come se l’ente li avesse fatti lavorare a proprie spese, spiegano in assessorato.
Gli enti provano a giustificarsi. Per tutti parla Paolo Genco, leader dell’associazione Forma che raggruppa le sigle storiche più grandi: «Alcune di queste assunzioni sono state fatte per dare spazio alle categorie protette, altre perchè i lavoratori hanno vinto vertenze in tribunale. In altri casi si parla di lavoratori a progetto, reclutati per corsi speciali perchè non veniva trovato personale specializzato».

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