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Vare dei Biangardi, dilemma su dove si devono collocare

Giovedì un vertice: se lasciarle dove sono, a San Pio X, oppure trasferirle nel museo all’ex Gil

CALTANISSETTA. Si decideranno giovedì le sorti delle Vare dei Biangardi. Lasciarle dove sono (a San Pio X) oppure trasferirle nel museo appositamente realizzato all'ex Gil? Il dilemma, che si trascina da mesi, sarà al centro del vertice convocato dal Soprintendente Salvatore Gueli con tutti i detentori o proprietari dei sedici gruppi; la delegazione comprenderà anche il sindaco Michele Campisi, il funzionario del Banco di Credito Cooperativo Igor Campo e il parroco della Cattedrale Gaetano Canalella in rappresentanza di tre gruppi sacri (Sinedrio, Pietà e Sacra Urna) che non fanno parte dell'associazione giovedì santo.
Lo scoglio da superare, ieri come oggi, è il preliminare d'intesa (un contratto di comodato d'uso mai ratificato dal'assessorato regionale ai beni culturali) firmato cinque orsono fra gli stessi detentori e l'allora Soprintendente Rosalba Panvini nel quale venivano fissati criteri rigidi sul trasferimento delle Vare e sul mantenimento della proprietà dei gruppi che rappresenta il perno centrale della questione.
 «Noi - ha dichiarato alla vigilia dell'incontro il presidente dell'associazione Michele Alloro -siamo per il precedente contratto che ci garantiva. Per cui chiederemo che venga ratificato oppure che ne venga redatto uno uguale che siamo pronti a sottoscrivere. Subito dopo siamo pronti a portare le Vare nel museo di via Colajanni».
Sarà questo il vero oggetto del contendere in vertice che fa seguito a quello dello scorso 12 luglio - di carattere interlocutorio - dove si era registrato un ampio chiarimento delle rispettive posizioni. Il Soprintendente a più riprese ha rassicurato i detentori sostenendo che la proprietà dei gruppi non subirà variazioni.
L'ufficio avrà solo compiti di tutela dei beni e la gestione del museo costato oltre un milione di euro e non ancora inaugurato. Le Vare dei Biangardi sono ospitate da oltre un decennio nei locali della parrocchia San Pio X (con spese d'affitto a carico della Provincia ora soppressa) dove il parroco ha apportato modifiche sostanziali da renderli sicuri e accoglienti. 

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