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La via Lituania chiusa crea tensione, i commercianti di Gela: no alla recinzione

Anche il parroco di Sant’Antonio è categorico: «Invece di vivere in comunione con gli altri creiamo barriere»

GELA. Una situazione paradossale quella che stanno vivendo i residenti di via Lituania, nel quartiere Caposoprano. Da una parte, infatti, i condòmini di via Pio X che hanno ottenuto dal tribunale il diritto a recintare il proprio edificio. Dall’altra parte, invece, la lunga schiera di cittadini e commercianti infervorati per la chiusura dell’importante arteria cittadina e pronti a far valere le proprie ragioni. Da ieri sera gli abitanti della zona hanno avviato una petizione con due banchetti proprio in via Palazzi e via Lituania. Chiedono la rimozione della recinzione. Questi ultimi ieri mattina hanno espresso per il secondo giorno consecutivo tutto il loro disappunto in merito ad una vicenda davvero singolare. Secondo alcuni, infatti, la chiusura di via Lituania danneggerebbe oltremodo la loro attività con il rischio di perdere tanti, troppi clienti costretti a cercare strade alternative. Così per Sonia Turco, titolare di una gioielleria: “Oltre ad avere un negozio siamo anche residenti da circa 40 anni della zona. La costruzione di quel muro oltre a limitare la visibilità della mia attività, limiterebbe il transito anche pedonale”. Stessa situazione di disagio anche per Vanessa Agati: “Senza quella recinzione, e soprattutto dopo la demolizione della vecchia piazzetta, la situazione era tranquilla. Le macchine potevano parcheggiare e il traffico non era caotico come una volta. Adesso, invece, con la chiusura del palazzo e il doppio senso di marcia è tutto più complicato”.
Un disagio anche secondo i proprietari dello storico panificio di via Palazzi, costretto a perdere parecchi clienti. Insomma, una situazione non facile da gestire. Una vicenda che ha ricevuto anche il disappunto del parroco della chiesa di Sant’Antonio, padre Michele Mattina, il quale ha definito la recinzione “un obbrobrio”. “Invece di vivere in comunione con gli altri – afferma padre Michele – creiamo delle recinzioni che chiudono al prossimo. Pensiamo solo a noi stessi e non alla comunità”. Intanto, sempre secondo i residenti, ci sarebbe una delibera proposta tempo addietro dalla Giunta comunale e che tarderebbe ad arrivare in consiglio per essere discussa.

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