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Meloni, «armi» contro il caldo La Sicilia in cima tra i produttori

Il raccolto nel 2012 è stato di oltre un milione e mezzo di quintali. Buono il dato anche per le angurie con la regione al terzo posto: 290.676 quintali

Buoni da mangiare e belli da vedere, meloni e angurie sono i migliori alleati dei buongustai che in queste settimane estive devono fronteggiare le inevitabili ondate di caldo. E la Sicilia, anche in questo campo, primeggia: oltre ad essere la regione italiana in cui la coltivazione comincia per prima, ha terreni che ben si prestano alla produzione di questi frutti.
Nel 2012, ad esempio, secondo i dati Istat, con 8.646 ettari destinati alla coltivazione del melone, il raccolto è stato pari a oltre un milione e mezzo di quintali: un numero niente male, che pone la Sicilia di diritto in cima alla classifica delle regioni produttrici, se si pensa che in tutto il Mezzogiorno i campi di raccolta si estendono su poco più di 13 mila ettari e la raccolta totale è stata di circa 2 milioni 849 mila quintali.
Bene, seppur non agli stessi livelli, anche la produzione di angurie, che vede la Sicilia assestarsi al terzo posto tra le regioni produttrici nel Sud con, sempre secondo le stime Istat, 290.676 quintali raccolti nel 2012. «Quest'anno in Sicilia – annuncia Ivan Mazzamuto, presidente della cooperativa La Normanna – abbiamo registrato un calo, nella produzione di angurie, del 30 per cento. È legato principalmente alla disastrosa stagione dello scorso anno, quando le angurie sono state vendute a prezzi stracciati, così bassi che i contadini hanno finito per non raccoglierle. Questa volta è andata meglio: con una produzione minore, i prezzi sono aumentati e i produttori sono riusciti a recuperare le spese sostenute».
In questo senso, l’export funziona solo nella prima parte della stagione, per la produzione precoce, nei mesi di maggio e giugno: «È il momento in cui solo la Sicilia ha le angurie – sottolinea Mazzamuto – e perciò riusciamo ad esportarle al Nord. Le zone più fertili in quei mesi sono quelle di Ispica e Pachino. Poi, ci si sposta nel siracusano e nel trapanese, fino alla piana di Catania, nella zona di Ramacca, dove c’è la produzione tardiva».
Il mercato è più fertile, invece, per il melone giallo. «È andata meglio – spiega il produttore – ed è uno dei prodotti che vendiamo al nord Italia anche in questi mesi. Al contrario del cantalupo che adesso è già finito e siamo costretti ad importare».
«Sono prodotti spesso venduti per strada, in bancarelle o furgoncini, e per questo non tracciati – denuncia Alessandro Chiarelli, presidente di Coldiretti Sicilia –. Chiediamo da tempo e con insistenza la verifica del prodotto, perchè spesso si tratta di angurie e meloni che provengono da fuori ma che vengono spacciati per siciliani. E i nostri prodotti, quelli coltivati nell'Isola, sono di indubbia qualità. Una certezza - conclude - che non deve essere mai messa in discussione».

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