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Province da accorpare, rivolta nei partiti

Le aree metropolitane suscitano nuove polemiche. Valenti: «Esperti al lavoro, bozza di livello»

PALERMO. «Accorpare Siracusa a Catania? Siamo pronti alle barricate, all’Ars e nelle strade. C’è la stessa rivalità del derby Palermo-Catania, non potremo mai convivere»: il deputato Vincenzo Vinciullo usa una metafora calcistica per opporsi alla riforma delle Province sulla quale sta lavorando il governo regionale. Segno del malcontento diffuso tra gli amministratori locali e la popolazione, che temono di perdere non solo la propria identità nel nuovo sistema di enti locali, ma anche la propria poltrona a causa della possibile cancellazione dei Comuni al di sotto dei cinquemila abitanti.
Da qui la rivolta dei partiti, dal Pd al Pdl, contro la bozza elaborata da esperti di tutta l’Isola chiamati a consigliare la Regione. Tanto che lo stesso presidente Rosario Crocetta ha chiarito che non si tratta del testo dell'esecutivo, che invece «sarà pronto la prossima settimana per essere spedito all'Aula, dopo una verifica politica con i capigruppo». Adesso anche l’assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, rassicura: «Le ipotesi sono state elaborate dai migliori docenti universitari segnalati dai rettori, dalle associazioni degli enti locali, da dirigenti regionali. La bozza - prosegue - sarà adesso discussa da un nuovo gruppo di lavoro che comprenderà gli esponenti dei partiti e sarà guidato dal presidente Rosario Crocetta. Così in Aula giungerà un testo già condiviso, ma non dimentichiamo che le proposte sono state elaborate da professionisti di grande livello».
A scatenare nuove polemiche è stata la parte relativa alle città metropolitane che sorgeranno intorno a Palermo, Catania e Messina. Questi super-Comuni sarebbero inglobati in delle aree più vaste che comprenderebbero anche altre ex province. Messina diventerebbe città dello Stretto, l’area di Palermo andrà dal golfo di Termini a quello di Castellammare con l’inclusione delle aree industriali di Carini e Partinico e Termini Buonfornello, con parte del territorio di Trapani. Ma giunta e deputati sarebbero pronti a escludere alcune aree, come Partinico e Monreale, per non depotenziare il consorzio nel quale confluiranno i Comuni esclusi dall’area metropolitana. Per Catania i tecnici dell’assessorato hanno ipotizzato l’inclusione dell’area della piana di Giarre, Riposto fino alla penisola di Augusta col petrolchimico siracusano costituito dal triangolo industriale di Augusta, Melilli e Priolo. Ipotesi che ha scatenato l’ira del deputato siracusano Vinciullo: «La bozza degli esperti va subito ritirata - dice - così come il maldestro tentativo di inglobare a Catania la parte più ricca della provincia, con Melilli, Priolo e Augusta, forte di un finanziamento da 146 milioni destinato al porto commerciale. Fermiamo questa aggressione del territorio se vogliamo evitare un autunno caldissimo».
Ma per l’assessore Valenti «i Comuni di altre province si intersecano nelle aree metropolitane, non nelle città. I confini sono stati individuati tenendo conto di criteri ben precisi come il flusso dei pendolari per ottimizzare i trasporti. In ogni caso - prosegue - i confini non saranno calati dall’alto per evitare effetti devastanti. Oggi abbiamo approvato in giunta il modello per costituire i liberi consorzi e le norme transitorie sul trasferimento delle funzioni. Il resto sarà frutto della massima condivisione anche coi sindaci del territorio. Proveremo a rispettare il termine del 31 dicembre per evitare il ricorso a ulteriori proroghe».



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