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Province, i punti nodali del disegno di legge

I liberi consorzi di Comuni avranno la possibilità di associarsi per diventare forti e rappresentativi e «possono essere costituiti sulla base delle caratteristiche economiche, della capacità fiscale, delle attività socio-economiche, delle peculiarità culturali e delle attrattive turistiche». Recita così il secondo ddl che ha vuto il via libera della giunta.

I TEMPI
Qualora venisse approvato dall’Aula, i comuni avranno 90 giorni di tempo dalla pubblicazione della legge, per aderire al libero consorzio: adesione che poi dovrà essere ratificata dal consiglio comunale. I consorzi dovranno avere tra i 150 e i 500 mila abitanti, ad eccezione dei comuni che ricadono nel territorio delle isole minori che potranno costituirsi in altri due consorzi, prescidendo dalla limitazione degli abitanti.

GLI ORGANI DEI CONSORZI
Sono organi dei consorzi il presidente, il vicepresidente, il comitato dei sindaci e il consiglio. Il presidente è eletto dal consiglio a maggioranza assoluta dei suoi membri tra i consiglieri che ricoprono la carica di sindaco. Se dopo 3 scrutini nessuno ha ottenuto la maggioranza assoluta si procede al ballottaggio tra i due più votati. Stesso discorso per l’elezione del vicepresidente. Il Comitato dei sidnaci è formato dai sindaci del libero consorzio. Se l’organo supera le 30 unità, lo statuto può prevedere un comitato esecutivo ristretto e l’articolazione in sottocomitati.

CONSIGLIO E INDENNITA'
Il consiglio è formato da tutti i sindaci dei comuni e da due consiglieri per comune, di cui uno in rappresentanza della minoranza, che esprimono un unico voto. Il presidente rappresenta l’ente, convoca il comitato dei sindaci che, a sua volta, coadiuva il presidente. Il consiglio approva lo statuto, i bilanci e i programmi. Tutte le cariche saranno gratuite, mentre le spese relative alle trasferte dei sindaci e dei consiglieri saranno a carico dei comuni di appartenenza.

CITTA' METROPOLITANE
Palermo (da Termini a Castellammare), Catania (da Melilli a Giarre) e Messina diventeranno città metropolitane: i Comuni limitrofi saranno trasformati in circoscrizioni con la gestione di poche competenze. Secono la bozza dovrebbero sparire i Comuni sotto i 5 mila abitanti.

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