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Legge antiparentopoli a rischio, sul testo le perplessità del commissario Aronica

Il colpo di grazia al disegno di legge antiparentopoli potrebbe essere arrivato stamani. In un incontro informale col presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, Marzo Forzese, il commissario dello Stato Carmelo Aronica avrebbe sollevato perplessità sulla formulazione attuale del testo.
Si concretizza quindi il rischio che il provvedimento, nato per impedire che deputati e loro congiunti possano avere interessi nella formazione professionale, possa essere ritenuto incostituzionale e dunque bocciato.
 
Il testo, in discussione da mesi all’Ars, era arrivato al voto nei giorni scorsi ma era stato bloccato da una montagna di emendamenti da parte di tutti i partiti e dai dubbi di costituzionalità. Tutto ciò aveva suggerito al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, di farlo restituire al governo per una riscrittura. Ma adesso i dubbi del commissario potrebbero suggerire il ritiro definitivo del testo, anche perchè nel frattempo lo Stato ha varato una propria norma su incompatibilità e anticorruzione - il Dl 39 - che potrebbe essere applicato anche in Sicilia. Sarebbe stato proprio il Commissario dello Stato a suggerire questa strada: resta da verifica se Crocetta sceglierà la via del recepimento del testo nazionale o opterà per una norma tutta siciliana.
 
Su quest’ultima soluzione punta Pippo Gianni (Centro democratico): «La norma nazionale ha al suo interno tutte le misure e le contromisure per combattere il malaffare. E prevede anche l’istituzione del “funzionario anticorruzione”. Piuttosto che continuare su un nostro disegno di legge palesemente incostituzionale, si applichino le norme nazionali vigenti e particolarmente dure».

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