ROMA. È scontro tra Sandro Bondi e il Quirinale sul rischio di guerra civile se non si troverà una soluzione politica ai guai di Berlusconi. Scintille che provocano un duro botta e risposta con il Quirinale (che bolla come «irresponsabili» le parole del coordinatore Pdl e una presa di posizione decisa del premier a difesa di Napolitano.
È in questo clima torrido che si prepara la manifestazione del Pdl di domani davanti a Palazzo Grazioli dove domani pomeriggio tornerà Silvio Berlusconi. Per il Cavaliere solo poche ore per di relax lontano da Roma. Berlusconi infatti ha lasciato nella mattina di sabato la Capitale con sua figlia Marina per tornare nel pomeriggio di domenica a prendere parte alla manifestazione davanti a palazzo Grazioli a cui sarà presente tutto lo stato maggiore del partito, ma nessun ministro, come ha precisato in serata Maurizio Lupi. Nell'attesa, a tenere banco ci ha pensato Sandro Bondi che ha invitato a trovare «una soluzione politica» per il Cavaliere altrimenti il rischio è quello di una «guerra civile». Parole che innescano un duro botta e risposta con il Quirinale. Il Colle infatti bolla le frasi del fedelissimo del Cavaliere come «irresponsabili». Il diretto interessato però rincara la dose: «Non mi farò chiudere la bocca da nessuno, nemmeno da un comunicato del Quirinale». Anche Letta non gradisce e, in serata, chiede che si «tenga fuori il Quirinale» e «si smetta di tirarlo in ballo in modo improprio e ricattatorio». Il premier fa sapere che ascolterà «con attenzione» contenuti e toni del sit-in. Che la tensione resti alle stelle appare evidente. Ecco perchè, anche per raffreddare un pò il clima, il Capo dello Stato ha rinviato alla prossima settimana gli incontri con il Pdl come pure con il premier Enrico Letta.
Dal Quirinale intanto gli occhi restano puntati su Palazzo Grazioli, davanti al quale domani pomeriggio si radunerà tutto lo stato maggiore del partito, ministri compresi. La partecipazione di Berlusconi, raccontano, è stata in dubbio fino alla fine. Le colombe pidielline gli consigliavano di non esserci per evitare di alzare la tensione. E poi, c'era anche il rischio di un flop di presenza: organizzare pullman da tutta Italia in pochissimo tempo ed nel week end dell'esodo di agosto non è stata cosa semplice per i dirigenti di via dell'Umiltà. Ma d'altronde una manifestazione davanti a palazzo Grazioli senza la presenza dell'ex capo del governo avrebbe avuto poco senso. Ecco dunque la decisione dell'ex premier, salvo cambi di programma, di prendere parte alla kermesse nonostante il rischio di essere contestato dal Popolo Viola che ha annunciato la presenza a via del Plebiscito.
La decisione di scendere in piazza a sostegno dell'ex capo del governo rappresenta, nella strategia pidiellina, un ulteriore strumento di pressione per tenere alta l'attenzione sulla 'battaglià per chiedere la concessione della grazia per il Cavaliere. L'annuncio, fatto ieri nel corso della riunione dei gruppi dai due presidenti Renato Schifani e Renato Brunetta, è stata al centro del summit serale a palazzo Grazioli con lo stato maggiore di via dell'Umiltà, l'ex capo del governo ed i due figli maggiori. La strategia non è cambiata e rimane quella di tenere alta la tensione senza però far precipitare gli eventi. Il Cavaliere avrebbe chiesto ai suoi di tenersi pronti a tutto, anche all'ipotesi delle urne, consapevole però che la strada è tutt'altro che semplice. Nonostante il pressing dell'ala dura del partito, che dopo la sentenza della corte di Cassazione è tornata ad essere dominante, l'ex premier sa bene che non essere più 'azionistà del governo può essere un rischio. Ecco perchè appare a molti evidente che la decisione di tenere alta la tensione sia funzionale al tentativo di instaurare una trattativa sul futuro dell'ex capo del governo.
A via del Plescito sanno bene che difficilmente il Capo dello Stato concederà la grazia al Cavaliere, ma questo non vuol dire non poter aprire una discussione sul resto e cioè il capitolo incandidabilità e le modalità in cui Berlusconi dovrà scontare la condanna per frode fiscale. Una partita complessa che apre diversi scenari ed è per questo che Berlusconi tiene aperta ogni strada come quella di far precipitare gli eventi e consegnare a sua figlia Marina, la staffetta della leadership. A diversi dirigenti pidiellini poi non è sfuggito il lungo editoriale di Luca Cordero di Montezemolo. Il presidente della Ferrari (a lungo 'corteggiatò da Berlusconi come possibile suo successore) dal sito della sua fondazione invita Berlusconi a «sostenere il governo» e, contemporaneamente, «a lavorare alla rifondazione di un'area liberale e moderna di centro destra». Un progetto fa capire Montezemolo che « se impostato seriamente, e con grande attenzione alla qualità della classe dirigente, molti, fuori e dentro la politica, sarebbero interessati a dare un contributo».
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