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«Polpette avvelenate» anche a San Cataldo

CALTANISSETTA. Se nel capoluogo solo adesso si scopre la presenza di esche avvelenate per cani certificata peraltro dall'istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, a San Cataldo la pratica sembra abbastanza diffusa. In più zone di San Cataldo, e in tempi recenti, il presidente della locale Lida Fabio Calì ha rinvenuto e raccolto bocconi, qualcuno dei quali all'esame del servizio veterinaria.


Piazzetta Falcone-Borsellino, contrada Mimiani e zone limitrofe sono le più colpite da un fenomeno che comincia a seminare indignazione fra animalisti e non. Se nel nel capoluogo le esche sono piene di insetticide a San Cataldo, come si è scoperto, viene adoperato il lumachicida una sostanza che attrae particolarmente i cani. Provoca la morte fra sofferenze atroci dell'animale. Una pratica a dir poco barbara che si sta, purtroppo, diffondendo lentamente perchè viene ritenuta efficace e risolutiva per combattere il randagismo fenomeno dilagante nel capoluogo e a San Cataldo.


«Le esche con il lumachicida - ha dichiarato Fabio Calì - sono pericolose non solo per i cani ma soprattutto per l'uomo e per i bambini. Bisogna fare quindi parecchia attenzione. Il sottoscritto qualche mese fa ha rinvenuto un boccone avvelenato e lo ha inviato agli organi competenti per le rituali analisi di laboratorio. Se gli esiti dovessero positivi non esiterò a denunciare ai carabinieri l'autore di questo brutto episodio». Se da un lato l'attenzione delle autorità sanitarie e delle associazioni di volontariato è alta, non lo è quella dei comuni chiamati a combattere il dilagante randagismo.


Con i canili convenzionati ormai al limite della capienza vengono catturati solo i cani che realmente costituiscono un pericolo per la pubblica incolumità, mentre i cuccioli che vengono rinvenuti quasi quotidianamente in sperduti angoli di campagne vengono affidati alle associazioni di volontariato (Oipa e Lida) ormai a corto di riserve per poter mantenere i cani.

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