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Caso Schifani, i penalisti di Palermo proclamano lo stato di agitazione

PALERMO. Intervenendo sulla vicenda del capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani, per il quale il gip di Palermo ha respinto la richiesta di archiviazione fatta dalla Procura dall'accusa di concorso in associazione mafiosa e ha dato ai pm 120 giorni per approfondire alcuni spunti investigativi in merito, la Camera penale di Palermo dichiara lo stato di agitazione dei penalisti.  La decisione, si legge in una nota, «a tutela della libertà di esercizio della professione forense, con la Camera penale che chiede alla classe politica di varare in tempi brevi una riforma della giustizia che, stando al dettato costituzionale dell' articolo 111, assicuri terzietà e l'imparzialità del giudice nel processo penale».     «Appreso dagli organi di stampa del contenuto dell'ordinanza di integrazione probatoria resa dal gip di Palermo nel procedimento penale riguardante l'avvocato Renato Schifani», la Camera penale «esprime preoccupazione per le modalità dell' attività di indagine indicata, che prevede un'incursione nell' attività professionale svolta ad oltre un ventennio di distanza, volta a ricercare in un quadro generalista non meglio determinato eventuali profili di illiceità nell'ambito dell' esercizio della professione forense».     «Ritenuto che - si legge nella nota - il libero svolgimento del professione forense costituisce un irrinunciabile presidio di libertà a tutela dei diritti fondamentali del cittadino di uno Stato democratico e considerato che il quadro storico e filosofico attuale fotografa delle aspettative che sono foriere di mutamenti involutivi degli assetti democratici delle leve istituzionali del nostro stato giuridico e democratico, se si colpisce il ruolo dell' avvocato si fa deflagrare il cuore dello stato di diritto».     «Il diritto di difesa e l'attività difensiva - concludono i penalisti - secondo questo taglio ideologico che va a diffondersi nel Paese, sono un inciampo storico che dovrebbe essere corretto con l'abbassamento del livello delle garanzie liberali e dell' agibilità democratica».

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