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Da anni non produce più nessun film ma CineSicilia deve pagare il consulente

PALERMO. La società che doveva fare della Sicilia un enorme set non produce un film da più di tre anni, è già in liquidazione ma ora è costretta a pagare 40 mila euro a un consulente. Fotografia del declino di CineSicilia, che negli anni d’oro finanziò produzioni come «Baaria» e che ora non ha un euro ma deve trovare i soldi per le consulenze.
Il consulente è Salvatore Pecoraro, che era forte di un contratto da 70 mila euro lordi all’anno più premi di rendimento: un record nella stessa stagione delle consulenze a pioggia di Lombardo. Pecoraro, dopo un primo braccio di ferro con CineSicilia, aveva ridimensionato il proprio contratto (perdendo i premi) e recuperando gli arretrati del periodo settembre 2011-aprile 2012. Ma poi i nuovi vertici hanno provato a interrompere il rapporto, applicando la clausola del recesso dal contratto. Una sorta di «licenziamento in tronco», contro cui Pecoraro ha fatto ricorso ottenendo in questa fase un decreto ingiuntivo esecutivo che assegna più o meno il valore di un mancato preavviso più interessi: il Tribunale del lavoro ha respinto l’opposizione della società, secondo cui il professionista di fatto non aveva lavorato nel periodo in cui era sotto contratto.
CineSicilia in pratica non lavora da 3 anni pur mantenendo in servizio due dipendenti. È diventata un contenitore vuoto: non c’è più traccia del fiume di finanziamenti che arrivavano dello Stato, spariti anche i set delle grandi produzioni hollywoodiane. E così - spiega il commissario liquidatore Giancarlo Costa - «si sta impoverendo anche il patrimonio. Al punto che non so dove andare a cercare questi 40 mila euro. Probabilmente dovremo cercare di incassare vecchi crediti per favorire un consulente». Intanto un’altra partecipata, la Sas, ha pubblicato un bando con cui cerca professionisti da iscrivere in una «long list»: da lì attingerà nella selezione di eventuali consulenze. Per fare domanda c’è tempo fino al 31 luglio.

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