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Riforme e cose da fare in Sicilia

Stanno succedendo delle cose, tanto a livello nazionale quanto alla Regione, che non piacciono affatto. A entrambi i livelli si vede uno scollamento inquietante fra il governo e la maggioranza che li sostiene. Il Partito Democratico, chiave di volta tanto a Montecitorio quanto a Palazzo dei Normanni, appare lacerato e in preda a convulsioni profonde la cui unica posta in gioco non è l’interesse generale ma solo la conservazione del potere da parte dell’attuale gruppo dirigente.
A Palermo, per esempio, Crocetta è impegnato in un’operazione di bonifica e di denuncia molto profonda. Una strategia, purtroppo sterile se alle sue spalle non si crea una mobilitazione capace di fare le riforme. Purtroppo il Pd frena, in questo è spalleggiato dal Pdl (nell’ostruzionismo le larghe intese funzionano benissimo a Roma come a Palermo). Si sente solo parlar d’altro come se vivessimo nel migliore dei mondi possibili. Il Megafono è accettato come partner in campagna elettorale. Tranne poi ostacolare l’attività amministrativa di Crocetta perché considerato un pericoloso collettore di voti della sinistra. A Roma si assiste alle incredibili dichiarazioni di Luigi Zanda che chiede ad Alfano di dimettersi nonostante abbia appena incassato la fiducia. Spot elettorali giocati su logiche identitarie.
Occorrono le riforme. Ma con quali voti? Prendiamo lo scandalo della formazione in Sicilia. L’unica soluzione sarebbe quella di smontare il baraccone e trovare una soluzione per i dipendenti degli enti. Sicuramente ci sarebbe un risparmio. Ma i partiti si oppongono perché, come si sta vedendo nello scandalo degli enti di Messina, il padrinaggio sulla formazione professionale è assolutamente bipartisan.
Invece servirebbe una grande mobilitazione in direzione delle riforme. In Sicilia avviando un programma credibile sull’utilizzo dei Fondi europei e facendo partire finalmente una seria politica di tagli al bilancio. A Roma trovando, finalmente, una soluzione all’eccesso di fiscalità magari prendendo spunto dagli aggiustamenti necessari per tagliare Imu ed Iva. Invece nulla. Si continua a parlar d’altro: a Palermo nessun partito sembra che abbia voglia di parlare di formazione. A Roma dilettandosi di profughi kazaki. Tema certamente spinoso sul piano umano e internazionale. Di sicuro non decisivo per il futuro del Paese. [email protected]

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