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Pian del Lago, scatta la protesta a Caltanissetta

CALTANISSETTA. Esplode la protesta degli extracomunitari ospiti del centro di permanenza di Pian del Lago. Oltre 200 immigrati, quasi tutti richiedenti asilo politico, hanno bloccato la provinciale 5, arteria nevralgica della periferia sud della città che collega il capoluogo con Delia. I manifestanti hanno bloccato la strada dall’altezza dello stadio di Pian del Lago fino al bivio Minichelli, provocando la paralisi del traffico, dirottato all’altezza di via Rochester. All’origine della protesta di ieri sera, rientrata dopo tre ore, i ritardi della speciale commissione, di stanza a Siracusa, chiamata a valutare i requisiti per l’asilo politico. Intanto, da Pian del Lago adesso gli immigarti scappano alla spicciolata.


Uno a notte e senza fare ricorso a sommosse o cose del genere. Hanno cambiato tattica gli ospiti del centro identicazione ed espulsione (Cie) e quella adottata gli ultimi giorni è sicuramente meno cruenta. Giovedì è fuggito un altro ospite del centro, verosimilmente un cittadino di nazionalità algerina. Con modalità analoghe e quelle della note precedente quando dal campo si era allontanato un altro «trattenuto» (così tecnicamente vengono definiti gli ospiti del Cie) l'uomo si è arrampicato sulle sbarre, poi è riuscito a superare la recinzione e fuggire alla fine a gambe levate fra i terreni circostanti. L'evasione è riuscita mentre altri extracomunitari inscenavano, in altre parti del Cie, analoghi tentativi tenendo così impegnate le forze dell'ordine nella sorveglianza esterna del centro governativo. Insomma, manovre di disturbo per coprire la fuga dell'algerino adesso attivamente ricercato dalla polizia. È il secondo episodio nell'arco di 24 ore.


Al Cie, dove da domenica regna una calma apparente, nell'arco di un mese si sono registrate cinque rivolte con relativo lancio di pietre, oggetti e persino di candeggina contro poliziotti, carabinieri ed esercito. Ci sono stati feriti sia fra le forze dell'ordine che fra gli extracomunitari, denunce a raffica e soprattutto danni al padiglione dove trovano ospitalità i profughi. Scene diventate consuetudine in un centro (con una capienza massima di 96 unità) ristrutturato dopo la devastazione del 2009 e riaperto solo un anno fa dopo una spesa di un oltre un milione di euro.

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