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Miniere del Vallone, rischio radioattivo: la Regione dispone indagini geologiche

CALTANISSETTA. Indagini geologiche nelle miniere dismesse di "Bosco" e "Palo", a pochi chilometri dal centro abitato. Le trivelle, da qualche settimana, perforano il suolo alla ricerca di falde idriche. Per il momento nella zona limitrofa al sito di Bosco. Più precisamente, nei pressi della "montagna di sale", costituita dagli scarti della lavorazione nella miniera, che costeggia la strada provinciale che da Serradifalco conduce a Mussomeli e negli altri centri del "Vallone". Dalla quale i lavori di sondaggio sono, infatti, ben visibili. Una volta terminata questa fase, le trivelle traslocheranno nell'altro sito dismesso. A eseguire i sondaggi è una ditta privata, su incarico dell'Ente minerario. Al quale, a sua volta, l'indagine è stata commissionata dalla Regione. Attraverso tali ricerche, si vuole verificare la presenza di eventuali inquinamenti. I campioni man mano prelevati, infatti, sono inviati a un laboratorio per essere analizzati. La speranza è che i risultati possano fare luce sulle ombre che qualcuno ipotizza coprano le due miniere dismesse. E gli inevitabili fantasmi che esse generano. In un convegno organizzato da Confindustria Sicilia e svolto a Serradifalco nello scorso mese di aprile, alla presenza di quattro assessori regionali (fra i quali quello del territorio e ambiente, Maria Lo Bello), infatti, diversi interventi avevano ipotizzato il criminale deposito di rifiuti radioattivi nelle gallerie dei due siti. Tra gli altri, quello del presidente della Commissione regionale dei siti dismessi Giuseppe Regalbuto. Per il quale le presunte scorie radioattive, un tempo depositate in una miniera dismessa dell'ennese, quella di "Pasquasia", sarebbero state "trasferite a Bosco". Nel corso del convegno, poi, era stato ipotizzato un supposto nesso tra l'ipotizzato deposito di materiale radioattivo e comunque inquinante nelle viscere della terra e il presunto aumento casi di malattie neoplastiche e di morti tumorali che si registrerebbe nel territorio confinante ai due siti minerari. «Senza puntare il dito contro qualcuno - aveva detto il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante -, occorre ricostruire quanto è accaduto e capire quali sono le priorità». S. B.

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