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Tennis Wta Palermo, il trionfo della Vinci

La tarantina ha conquistato il titolo aggiudicandosi il derby azzurro contro la Errani

PALERMO. Rotto il tabù. Roberta Vinci, tarantina, 30 anni, n. 11 delle classifiche Wta ha vinto la XXVI edizione dell’Italiacom Open (235 mila dollari, Wta) sui campi del Country di Palermo, dove figurava seconda testa di serie. La tennista palermitana d’adozione ha finalmente conquistato la vittoria in questo torneo che per lei assume un sapore particolare. Ha battuto in finale l’amica del cuore e sua compagna di doppio, Sara Errani che partiva come favorita, essendo la n. 6 del mondo e la prima delle teste di serie del tabellone. L’incontro è durato 2 ore e 11 minuti ed è terminato con il punteggio di 6-3 3-6 6-3. Nell’ultima frazione, la Vinci si era portata sul 4-0, ma ha poi subito il ritorno della Errani che ha mancato l’aggancio sul 4-4. A quel punto l’ultimo sforzo della tarantina che ha sfruttato con maggiore decisione la sua arma vincente, l’accelerazione con il diritto e le palle corte, pennellate in maniera superba.
“Non me lo aspettavo – ha detto la Vinci - di conquistare il titole, però ci tenevo tanto a vincere questa manifestazione nella città dove svolgo la preparazione e dove mi rifugio con i miei allenatori palermitani Cinà ed Intile quando devo ricaricare le batterie. Oltretutto sia io che Sara siamo socie onorarie del Country club. Non è statao facile giocare contro una persona con cui condividi tutto tennisticamente. Non sai essere cattiva agonisticamente”. Roberta è stata apprezzata dagli oltre 2.000 spettatori per il suo gioco raffinato nel tocco, ma è stata brava anche ad aggredire l’avversaria nella risposta al debole servizio della bolognese. Sara Errani alla fine ha confessato: “La mia avversaria è stata più brava. Ho cercato di giocare al mio meglio ma Roberta è stata eccezionale. Spero che il pubblico abbia gradito lo spettacolo e mi auguro che Palermo non  perda questa manifestazione che noi tenniste italiane apprezziamo particolarmente. Sarebbe un peccato che non si facesse più”.

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