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Digiacomo: l’Ars indagherà su 118 e dializzati

Il presidente della commissione Sanità: fare chiarezza su 30 milioni spesi per l’informatica in Asp e ospedali

PALERMO. «Convocheremo i vertici di Sicilia e-Servizi per capire che fine hanno fatto diversi progetti per un totale di oltre trenta milioni destinati a potenziare le tecnologie informatiche»: il presidente della commissione Sanità all’Ars, Pippo Digiacomo, dopo rilancia sul tema della questione morale nella sanità siciliana e chiede maggiore chiarezza sull’utilizzo dei fondi comunitari.

ONOREVOLE, A QUALI PROGETTI SI RIFERISCE?«Vogliamo avere chiarimenti su una commessa da 7 milioni per il progetto del centro unico di prenotazione, altri 10 milioni per la rete dei medici di famiglia, poi piattaforma elettronica da 12 milioni e altre iniziative per circa trenta milioni. Lo convocheremo in commissione per capire lo stato di attuazione dei progetti».

DOPO LE DENUNCE SULLE PRESUNTE IRREGOLARITÀ NEL 118 E NEL SERVIZIO DI TRASPORTO DEGLI EMODIALIZZATI, QUALI PROVVEDIMENTI STATE ADOTTANDO? «La prossima settimana istituirò la sottocommissione di indagine così come annunciato nei giorni scorsi. Le denunce sono arrivate in commissione, dove le associazioni che lavorano per le Asp a delle precise tariffe, sostengono anche ci sono altri soggetti che vengono autorizzati dalle aziende sanitarie e che sarebbero in odore di mafia».

LA SEUS, CHE GESTISCE IL 118, SOSTIENE PERÒ CHE NON CI SONO ABUSI O FAVORITISMI NELLA GESTIONE DEL PERSONALE.«In realtà ci sono segnalazioni che arrivano da tutta l’Isola. Quando si è costituita la Seus, sono transitati 3 mila dipendenti che hanno come mansione principale quella dell’autista soccorritore. Ma siccome non c’è stata volontà di strutturare la pianta organica, sono iniziate delle transumanze di personale verso i reparti amministrativi grazie a delle interferenze. Vorrei ricordare solo la Seus costa cento milioni di euro all’anno. Credo sia doveroso chiedere massima trasparenza sulla gestione del personale».

SULLE LISTE D’ATTESA INVECE AVETE ADOTTATO PROVVEDIMENTI?
«Stiamo provando a indagare dando mandato diretto ai direttori generali per capire se nelle liste ci possano essere casi di nomi civetta inseriti dai medici per favorire i propri pazienti e visitarli privatamente, causando un allungamento dei tempi per gli altri pazienti».

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