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Laboratori d’analisi, è serrata: in Sicilia chiusi 8 centri su dieci

Ieri primo giorno di proteste e chiusure contro i tagli al tariffario dei convenzionati

PALERMO. Stop alle analisi cliniche nei laboratori convenzionati di tutta la Sicilia. È stata massiccia l'adesione allo sciopero degli analisti che ieri hanno incrociato le braccia, contro l'applicazione delle nuove tariffe del «decreto Balduzzi» che prevedono sforbiciate fino al 40 per cento sulle prestazioni di laboratorio più richieste. Secondo le prime stime dei sindacati, su un totale di 650 laboratori, ad abbassare le saracinesche è stato circa l'80 per cento. Cifra che scende al 70 per cento se si considerano i centri che, come forma di protesta, hanno scelto di far pagare anche gli esenti ticket (anziani, diabetici, cardiopatici e persino i malati oncologici) con i vecchi prezzi del tariffario regionale in vigore fino al 31 maggio. A scegliere la linea dura, le province di Palermo e Messina, in cui a chiudere i battenti sono stati quasi tutti i laboratori. Nel capoluogo, su 180 centri, hanno aperto solo in quattro. Anche Enna ha risposto allo sciopero: su 20 laboratori hanno aperto in 2; gli altri non hanno preso ricette mediche e hanno fatto fare gli esami a pagamento. A Caltanissetta, che conta una cinquantina di laboratori, a protestare è stato il 60 per cento. Stessa situazione a Trapani e Agrigento. I centri hanno scelto la linea dura perché, dicono i sindacati, l'assessorato regionale alla Salute non ha modificato il decreto Borsellino, con cui viene recepito il «Balduzzi» e riscritto il tariffario dei rimborsi, secondo preziari, considerati dai privati, meno vantaggiosi rispetto a quelli in vigore fino al 31 maggio. Scampato, comunque, il rischio di una nuova paralisi, come era accaduto con la serrata di un mese fa, quando gli ospedali pubblici furono presi d'assalto da migliaia di pazienti per esami del sangue e altre prestazioni di laboratorio. Ieri, primo giorno di sciopero, a Palermo questo pericolo non c’è stato. All'ospedale Civico non si è registrato alcun incremento. Se di solito, infatti, sono circa cento i prelievi giornalieri, ieri sono aumentati di appena una ventina. Al Policlinico e a Villa Sofia-Cervello l'aumento è stato ancora più lieve.


«Situazione sotto controllo - dicono da Villa Sofia -. Siamo pronti a affrontare l'emergenza. Abbiamo ancora una fornitura extra dei reattivi, procurata per il primo sciopero». Gli effetti della serrata si vedranno forse tra qualche giorno: lo sciopero è appena iniziato. Ma c’è già chi corre ai ripari, come l'Asp di Catania, diretta dal commissario Straordinario Gaetano Sirna, che per «evitare disagi agli utenti» ha potenziato i 24 punti prelievo, rimodulando orari e personale. Anche negli ospedali etnei l'affluenza, per ora, è cresciuta di appena il 3%. I centri associati alle sigle Abs-Confapi, Cssp, Citds, Federbiologi, Federlab, Laisan minacciano «di uscire dal sistema sanitario regionale», perchè avrebbero voluto che l'assessorato «correggesse» il decreto, per ridurre i tagli degli esami medici più comuni.


Per i sindacati, il decreto Balduzzi in un solo mese avrebbe dato una mazzata ai laboratori, che non avrebbero potuto coprire i costi di esami e visite. La Filcams Cgil Sicilia sta organizzando assemblee dei lavoratori dei laboratori di analisi - circa 7.000 nell’Isola - sui rischi occupazionali connessi alla vertenza aperta. «C’è molta preoccupazione - dice Andrea Gattuso, della Filcams - nelle assemblee si decideranno le iniziative per scongiurare nuovi drammi sociali». I centri rimarranno chiusi almeno fino a martedì, quando le associazioni daranno «le cifre del danno» e stabiliranno se cambiare forma di protesta e se far pagare anche gli esenti ticket. Il presidente di Federbiologi, Pietro Miraglia, lancia un appello al presidente Crocetta, affinchè si recuperino gli accordi del tavolo tecnico: «Ci sono 30 milioni di euro che si potrebbero spalmare per il rimborso degli esami più comuni e ridurre, così, i tagli dal 40 all'8 per cento. Ma dalla Regione tutto tace. Chiediamo un incontro immediato per avere delle risposte».

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