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Niscemi, l’ordinanza del Tar sul Muos: «La salute dei cittadini è prioritaria»

Si teme anche per la sicurezza degli aeroporti di Catania, Sigonella e Comiso

NISCEMI. Il giorno dopo la clamorosa ordinanza del Tar di Palermo che ha rigettato la richiesta di sospensiva del ministero della Difesa delle autorizzazioni concesse al Muos, fra gli attivisti c'è esultanza e fiducia in una conclusione favorevole del procedimento. Ma l'attenzione nel confronti dell'EcoMUOStro non si è abbassata. Si vigila perché sia rispettato lo stop dei lavori nel cantiere del super radar. L'ordinanza di martedì ha fatto comunque segnare un punto a favore. Il pullman del Comitato Mamme, con il suo carico di donne e attivisti che per tutta la mattinata avevano dato vita a un sit-in davanti alla sede del Tar di Paalermo, è stato accolto in paese con gioia. Intanto, si sono apprese le motivazioni che hanno convinto i giudici a rigettare la sospensiva richiesta dal ministero della Difesa. Nell'ordinanza, si sostiene «la priorità e l'assoluta prevalenza del principio di precauzione e dell'indispensabile presidio del diritto alla salute della comunità di Niscemi, non assoggettabile anche a misure strumentali che la compromettano seriamente fin quando non sia raggiunta la certezza assoluta della non nocività del sistema Muos». Il Tar rileva anche che «sussistono seri dubbi in ordine all'incidenza e alla pericolosità del sistema in questione sul traffico aereo della parte orientale dell'isola (aeroporti di Comiso, Sigonella e Catania)». Motivazioni, queste, che ancora non erano a conoscenza dell'ambasciatore Usa in Italia, David Thorne, il quale così ha dichiarato: «Non conosciamo ancora i contenuti della sentenza del tribunale amministrativo. È meglio aspettare per vedere cosa dicono esattamente i giudici. Quello che stiamo facendo a Niscemi è una cosa che abbiamo deciso con il governo italiano e con il governo siciliano. Spero che si possa trovare un modo per andare avanti». Per il «cittadino qualunque» Giuseppe Maida, antesignano della lotta al Muos, l'ordinanza del Tar compensa in parte le tante proteste, le denunce, i sit-in e le manifestazioni messi in atto dal 2009 ad oggi. «Chiediamo che si faccia giustizia contro coloro che ci hanno svenduto - dice Maida - mettendo a repentaglio la vita e l'economia della nostra popolazione».

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