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Ars, c’è il primo sì alla legge antiparentopoli

Ma il divieto di avere incarichi nella Formazione riguarderà i deputati e i propri coniugi. I grillini: proporremo regole più restrittive

PALERMO. Il primo round nel Parlamento siciliano per risolvere il conflitto di interessi dei deputati, soprattutto col mondo della formazione professionale, registra un timido passo avanti. Un primo sì a un testo che comunque cambia ben poco dopo le inchieste che hanno coinvolto politici e deputati. La norma antiparentopoli approvata ieri dalla commissione Affari istituzionali prevede infatti l'ineleggibilità e l'impossibilità di entrare a far parte della giunta solo nel caso in cui il candidato, il coniuge dopo legale separazione, o il convivente (attestato ad esempio dalla residenza) gestiscano un ente di formazione. Nessun problema nel caso tra i soci ci siano il fratello, il cognato o il figlio. «E per quanto riguarda i soci occulti - spiega il presidente della commissione, Marco Forzese - tale condizione deve essere provata giudiziariamente». Per gli assessori regionali il divieto si estende a tutti i settori, sanità compresa, ma sempre riguardo al ruolo personale o del coniuge.
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