Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Sanità, settanta titolari dei laboratori di analisi: «Chiudiamo»

PALERMO. I laboratori di analisi annunciano la chiusura a tempo indeterminato. Una settantina di strutture di Palermo e provincia interromperanno per prime le attività. Poi, da giovedì, chiuderanno anche tutti gli altri gruppi. Complessivamente circa 500 laboratori cesseranno le attività, in seguito all'adozione da parte della Regione del tariffario Balduzzi, che riduce i rimborsi rispetto a quello regionale, in vigore negli ultimi 17 anni. A rischio sono circa 3 mila posti di lavoro. «A giugno abbiamo registrato perdite del 45 per cento nonostante abbiamo effettuato un numero di prestazioni analogo al mese precedente», afferma Mario Di Prima, titolare di uno dei laboratori che ha annunciato la serrata.
Alcune strutture hanno avviato la sospensione del personale o la riduzione dell'orario di servizio. Altre stanno già pensando ai licenziamenti. Ieri a Palermo i rappresentanti dei laboratori e i sindacati si sono incontrati per decidere le modalità della protesta, già avviata nei primi giorni di giugno ma interrotta dopo un accordo raggiunto con l'assessorato alla Salute. Con una nota congiunta nella tarda serata Abs, Confapi, Cssp, Citds, Federbiologi, Federlab e Laisan hanno annunciato la serrata evidenziando che «il fatturato prodotto col tariffario Balduzzi non consente la copertura dei costi di produzione delle stesse prestazioni». «Preso atto della situazione e del fatto che non è più possibile per le strutture continuare a produrre perdite, rimanendo all'interno del Sistema Sanitario Regionale, con la certezza dell'imminente fallimento, le organizzazioni di categoria hanno deciso di sospendere l'attività per conto del Ssr e di rimanere chiuse».
L'intesa prevedeva l'aumento del 55 per cento rispetto al tariffario Balduzzi per gli esami più frequenti, come glicemia o emocromo. Per individuare le prestazioni da riqualificare in termini tariffari era stato insediato un tavolo tecnico in assessorato che ha coinvolto anche le associazioni di categoria. Dalla giunta regionale, però, finora non è arrivato l'ok. E adesso i sindacati chiedono un incontro col presidente della Regione, Rosario Crocetta, perché possa essere ratificato l'accordo raggiunto con l'assessorato «per evitare disagi ai malati siciliani e il fallimento di centinaia di piccole e medie imprese. Ma intanto la protesta non si ferma», dicono.

Caricamento commenti

Commenta la notizia