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Sparma: «È vero, Giacchetto mi pagava»

Dopo la confessione ha ottenuto gli arresti domiciliari. «Capii che Fausto si avvaleva di metodi corruttivi per vincere le gare»

PALERMO. Gianmaria Sparma e Pietro Messina raccontano il metodo Giacchetto, loro che ne erano i protagonisti e i beneficiari. Per ricambiare la «generosità» dell’amico Faustino Giacchetto, ad esempio, Sparma, ex assessore del governo Lombardo, gli dava pure informazioni su quanto la giunta decideva su materie di interesse del manager. Al pm Paci, che va a interrogarlo in carcere, dice di non avere avuto il coraggio di presentarsi prima dell’arresto: «Mi ero reso conto che Giacchetto si avvaleva di metodi corruttivi per ottenere l’aggiudicazione di gare per i piani di comunicazione e per orientare a suo favore, od a favore di società da lui segnalate, le procedure di finanziamento».
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