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Regione, bufera sui custodi dei musei

Allarme alla Villa Romana del Casale e a Palazzo Abatellis. Sgarlata: «Turni errati, siamo loro ostaggi, ora la riforma». Domani vertice coi sindacati. In molti siti raggiunto il limite contrattuale di domeniche lavorate: rischiano di restare chiusi nei festivi

PALERMO. Crollano gli incassi dei musei, aumentano i biglietti omaggio, mentre resta irrisolto il nodo dei 1.200 custodi dell’Isola che stanno per raggiungere il limite di festivi fissato dal contratto, costringendo alla chiusura parchi e musei. I vertici di Palazzo Abatellis a Palermo e della Villa Romana del Casale a Piazza Armerina hanno già scritto alla Regione lanciando l’allarme: a giorni potrebbero restare chiusi la domenica.
Situazione che per l’assessore ai Beni culturali, Mariarita Sgarlata, è «inaccettabile. Fino ad oggi siamo stati ostaggio dei custodi. Adesso basta: avvieremo le rotazioni e stabiliremo turnazioni più rigide». L’assessore sta così accelerando l’attuazione del piano di riordino che consentirà tagli e accorpamenti di uffici e musei e soprattutto lo spostamento del personale. Domani a Palermo è previsto un vertice coi sindacati.
I numeri che hanno messo in allarme il governo regionale sono quelli sulla fruizione turistica dei beni culturali in Sicilia. Nel 2012 la Sicilia ha registrato nei siti culturali tre milioni e 700 mila visitatori, di cui un milione e 905 mila paganti con un incasso di 13 milioni e mezzo, circa un milione di euro in meno rispetto al 2011. Il calo è stato del 9,2 per cento. Aumentano invece del 4 per cento gli ingressi gratuiti, un milione e 795 mila in tutto. Ma il problema, spiegano dal dipartimento dei Beni culturali, riguarda anche il funzionamento e i risultati conseguiti dalle strutture. Tanti i casi emblematici. Nel Nisseno, il museo archeologico di Marianopoli nel 2012 ha festeggiato il raddoppio dei paganti: 252 rispetto ai 109 del 2011. Incasso totale: 317 euro. In provincia di Catania, ad Aci Catena, l’area archeologica di Santa Venera al Pozzo ha registrato 141 paganti e 173 euro di incasso. A Mineo l’area archeologica di Palikè ha collezionato 210 paganti e 314 euro di introiti. Singolare il caso del museo archeologico di Centuripe, 398 paganti, 1.136 euro di incassi a fronte di una ventina di custodi in servizio.
Il risultato, sostiene l’assessore Sgarlata, è che le «enormi spese di gestione non più sostenibili per il loro mantenimento superano in negativo i risultati che attraverso il loro mantenimento vengono conseguiti».
Come se non bastasse, è a rischio l’apertura dei siti culturali nei festivi. Secondo il contratto, i custodi possono lavorare dieci domeniche e tre festivi. «Sono mal gestiti - spiega Sgarlata - esauriscono le domeniche nei primi mesi dell’anno, in inverno, e in estate scoppia l’allarme. Siamo ostaggio dei custodi, decidono loro i turni. E non è possibile che solo a Palermo ce ne siano 484 in servizio mentre in altre zone siamo sguarniti».
Domani l’assessore ne discuterà coi sindacati. I Cobas-Codir si dicono pronti al dialogo. «Chiediamo anche che siano pagate le risorse degli straordinari del 2012 - spiega Michele D’Amico - bisogna programmare meglio le turnazioni». Ed Enzo Abbinanti della Cgil ribadisce la disponibilità al confronto.
Intanto è allarme alla Villa Romana del Casale, tra i principali siti culturali dell’Isola, che nel 2012 ha garantito introiti per un milione e 81 mila euro grazie a 332 mila e 500 visitatori (di cui 172 mila paganti), mentre nei primi sei mesi di quest’anno avrebbe già registrato un incremento del 28 per cento. Guido Meli, direttore dell’area archeologica, ha ribadito in una lettera all’assessorato la richiesta di «personale per il servizio di custodia, vigilanza e fruizione del sito archeologico. Decliniamo - ha precisato - ogni responsabilità civile, penale, amministrativa e contabile». Discorso simile a Palermo: la direttrice di Palazzo Abatellis, Giovanna Cassata, ha ricordato che «negli anni precedenti già a fine luglio il personale aveva esaurito il numero dei festivi. Pertanto Palazzo Abatellis, Oratorio dei Bianchi, e Palazzo Mirto dovranno chiudere al pubblico tutte le domeniche e festivi sino alla fine dell’anno». Da qui la richiesta di elevare il limite di domeniche e festivi concessi. Criticità simili anche in provincia di Agrigento al museo Paolo Orsi, al museo archeologico San Nicola ad Agrigento e alla casa Natale di Luigi Pirandello.

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