PALERMO. "Cosa nostra sta tornando da protagonista nel traffico di droga. La fonte di guadagno rappresentata dalle estorsioni si va inaridendo e i clan hanno bisogno di trovare altre strade di arricchimento". Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo commentando il blitz dei carabinieri che ha portato a 24 fermi (altri indagati sono ricercati) per traffico di droga e associazione mafiosa. "Le cosche - ha aggiunto - che il pizzo porta a porta non conviene più: è rischioso e porta guadagni esigui".
Dello stesso avviso Teresa Principato, procuratore aggiunto a Palermo, che ha coordinato con il collega Leonardo Agueci le indagini che hanno portato ai ventiquattro fermi: «Cosa nostra per anni ha agito dietro le quinte per evitare il rischio di condanne a pene durissime, i 24 anni previsti per il reato di traffico di droga con le aggravanti – dice in un’intervista sul Giornale di Sicilia oggi in edicola .. Ma adesso che i proventi delle estorsioni sono diminuiti, a causa della crisi economica e della ribellione di diversi imprenditori, Cosa nostra ha avuto la necessità di scendere in campo in prima persona nel business del narcotraffico».
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