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Tennis, Wimbledon: tutti fuori gli italiani

Dopo aver stabilito il record di presenze nella seconda settimana di Wimbledon, Andreas Seppi, Flavia Pennetta, Roberta Vinci e Karin Knapp escono di scena in maniera anonima

LONDRA. Nel giorno della caduta della n.1 al  mondo, Serena Williams, scompare anche la pattuglia italiana,  gli ottavi dei Championships sono fatali per i quattro azzurri  rimasti in tabellone. Quattro sconfitte su quattro, un parziale  di 11 set a zero. Dopo aver stabilito il record di presenze  nella seconda settimana di Wimbledon, Andreas Seppi, Flavia  Pennetta, Roberta Vinci e Karin Knapp escono di scena in maniera  anonima. Arrendendosi ad avversari di miglior classifica o dalle  qualità erbivore più spiccate.         Come Seppi, che dopo due ore e 22' si arrende a Juan Martin  Del Potro, testa di serie n.8 (6-4 7-6 6-3). Nel match  precedente, contro lo sloveno Grega Zemlja, l'argentino si era  infortunato al ginocchio sinistro e fino all'ultimo la sua  presenza sul campo n.1 era stata in dubbio. Una condizione  fisica approssimativa confermata nelle prime fasi del match. Ma  Del Potro ha saputo supplire con un servizio formidabile che ha  concesso  due sole palle-break in tutto il match. «Non mi è  parso che fosse infortunato - le parole dell'azzurro -. È stato  un match deciso da pochi punti, il suo servizio ha fatto la  differenza. L'unico rammarico è che mi sentivo in fiducia, se  solo mi avesse dato qualche occasione in più avrei potuto fare  meglio».

Resta la soddisfazione per essere diventato il quinto  italiano di sempre a raggiungere gli ottavi di finale sui prati  di Church Road, il primo dopo 13 anni di attesa. Un bilancio  sicuramente positivo, così come quello della sua corregionale  Knapp, battuta dalla francese Marion Bartoli, favorita n.15 e  già finalista qui nel 2007 (6-2 6-3). La Knapp ha accusato la  pressione del primo ottavo di finale in uno Slam, ma soprattutto  ha trovato un'avversaria che ieri le è stata decisamente  superiore. «Credo abbia disputato una grandissima partita, non  mi ha regalato nulla - il commento di Karin -. Con giocatrici di  questa qualità ogni minimo errore lo paghi caro. Ma riparto da  Londra con la certezza che sono sulla strada giusta».         La strada del riscatto, dopo lunghi mesi di sconfitte e  infortuni. La stessa che ha intrapreso Flavia Pennetta,  nonostante la sconfitta contro la belga Kirsten Flipkens, n.20  del seeding. «Dispiace sempre perdere - ammette l'azzurra -, ho  il rimpianto di non aver approfittato del suo nervosismo  iniziale. Ma lei ha giocato meglio i punti importanti, è stata  più determinata». Ampiamente positivo il suo Wimbledon, una  partecipazione da «7,5» (voto autocertificato).         Non si dà un voto, ma accetta con sportività l'eliminazione  Roberta Vinci. Perchè la cinese Na Li, testa di serie n.6, si  è dimostrata «ingiocabile» sul campo n.3 dell'All England  Club, concedendole solo due game. «Contro giocatrici di questo  livello, quando giocano al meglio, c'è poco da fare, bisogna  solo riconoscere i loro meriti - la lucida analisi di Roberta -.  Ha servito molto bene e risposto anche meglio: per me oggi era  ingiocabile».

Se Andy Murray rispetta il pronostico e liquida il russo  Mikhail Youzhny in tre set (6-4 7-6 6-1), è clamorosa l'uscita  di scena di Serena Williams che si arrende alla tedesca Sabine  Lisicki (6-2 1-6 6-4). Numero 23 del seeding, 23/enne di  vocazione erbivora, nata in Germania ma residente in Florida,  Sabine per la quarta volta (negli ultimi cinque anni) ha battuto  sui prati di Wimbledon la campionessa del Roland Garros:  Svetlana Kuznetsova (2009), Na Li (2011), Maria Sharapova (2012)  e ieri la n.1 al mondo, interrompendo la striscia di vittorie di  Serena, ben 33: non perdeva da febbraio, a Doha quando si era  arresa in finale a Victoryia Azarenka. Nel prossimo turno Sabine  affronoterà l'estone Kaia Kanepi per un posto in semifinale.

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