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McCartney all'Arena di Verona tra chicche e standing ovation

Parte con una standing ovation, ma
sarà solo una delle tante, l'unica e straordinaria tappa
italiana di Sir Paul McCartney che con il suo Out There! Tour ha
toccato l'Arena di Verona facendola letteralmente esplodere.
Una serata ricca di chicche per i fan italiani e omaggi a John
Lennon e George Harrison, ai quali il pubblico dell'Arena ha
dedicato due lunghe standing ovation.
«Buonasera siete tutti matti», dice nella nostra lingua...,
«ok, stasera proverò a parlare un po' di italiano...», aggiunge
rivolgendosi ai fan impazziti il baronetto in jeans neri,
camicia bianca e stivaletti che per Paperback Writer impugna «la
chitarra che usavo quando incidevo dischi negli anni sessanta,
ci sono molto affezionato», spiegherà ai fan. «Ho scritto questa
canzone per mia moglie Nancy», dice ancora in italiano, prima di
intonare My Valentine.
Il leggendario musicista di Liverpool, in una Verona bagnata,
è riuscito a ricreare la magica atmosfera che solo i Beatles
riuscivano a creare e che aveva già avvolto il suo concèrto al
Colosseo nel 2003. Nessuno prima di lui si era esibito in un
concerto rock all'interno dell'anfiteatro Flavio. E stasera il
suo debutto all' Arena di Verona è stato accolto con
particolare entusiasmo ed emozione da gente venuta da tutta
Italia e dall'estero («come me», dice ironico).
Non mancano pezzi dei Wings come Band on the Run e Live
and Let Die, e classici come Hey Jude ed Eleanor Rigby, The Long
and Winding Road, Lady Madonna e Let it Be, cantati all'unisono
dal pubblico adorante. Tutti a ballare con Obla di Obla Da, e
con Mother should know sugli schermi arrivano le immagini di
tante mamme, comprese Lady Diana e Michelle Obama.

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