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Appalti truccati, Giacchetto respinge le accuse: "Risultati frutto della mia bravura"

PALERMO. Si è difeso negando ogni colpa  Fausto Giacchetto, il project manager ritenuto la 'mentè del  comitato d'affari che si sarebbe appropriato di 15 milioni  destinati all'ente di formazione Ciapi e avrebbe pilotato  diverse gare d'appalto per la gestione della comunicazione dei  grandi eventi siciliani.      Giacchetto, arrestato insieme a 16 tra ex assessori, politici  e dirigenti regionali, ha risposto per 4 ore alle domande dei pm  sostenendo, tra l'altro, che 11 dei 15 milioni dati al Ciapi  sarebbero stati destinati all'assunzione di oltre 200 persone  incaricate di collocare nel mondo del lavoro 1500 giovani, in  realtà mai assunti. Il manager ha respinto le accuse di  corruzione e turbativa d'asta.      Giacchetto ha detto senza mezzi termini che l’idea che qualcuno possa averlo tentato di corromperlo o altro lo offende e che tutto quello che ha costruito è frutto delle sue doti manageriali. Tutte le sue idee e altro sono nate semplicemente dalle sue capacità e dalla sua bravura. Insomma, per il project manager tutto si sarebbe svolto in maniera assolutamente regolare. Alle domande dei pm ha risposto anche l'imprenditore Pietro  Messina che avrebbe fatto qualche ammissione, mentre un altro  imprenditore, Luciano Muratore, avrebbe sostenuto di avere  regolarmente fatturato i servizi resi al Ciapi. Si è avvalso  della facoltà di non rispondere invece l'esponente del Pid  Domenico Di Carlo.  

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