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Semplice, maturo e più reale: l’abito per le seconde nozze

Secondo i dati forniti da Confcommercio, la richiesta delle donne per questo evento è cresciuta del 20 per cento anche in Sicilia

«Non è il tailleur, non sono i pantaloni, le spose non cercano niente che attenga alla sfera razionale perché il secondo matrimonio è quello vissuto meglio, con più voglia e in piena maturità» ad affermarlo è la palermitana Roberta Lo Jacono che, dal 21 al 24 giugno rappresenterà, insieme ad altre stiliste, la Sicilia alla fiera Si Sposa Italia di Milano.
La novità è proprio l’abito per le seconde nozze, una richiesta cresciuta, secondo i dati forniti da Confcommercio, del 20% anche nell’Isola. «È il più romantico rispetto al primo a cui le spose, nella loro scelta non fanno quasi mai riferimento, soprattutto quando tendono a dimenticare la prima esperienza coniugale. È la scelta vera e l’abito che deve rispecchiare la personalità della donna e valorizzarne il fisico. Da anni quindi – argomenta la Lo Jacono – le mie collezioni hanno un occhio mirato a questa categoria». «In genere, è più semplice, non più da bambola, ma ugualmente importante e curato nei dettagli. I colori restano nelle preferenze bianco e crema. È rara in Sicilia la ricerca del colore, sia per le cerimonie in chiesa sia per quelle in comune. Nel caso del matrimonio civile, poi, la sua forma si avvicina più a quella dell’abito da sera. Prevale la femminilità e tutto ciò che l’appaga – incalza la stilista, che è nota per le spose con la coppola – come morbidezza dei tessuti, scollature, trasparenze e pizzi. Per il resto la mia collezione di quest’anno è ispirata agli anni ’50, con vite molto segnate, bustini stretti, gonne ampie e orli doppiati. Anche i tessuti rigidi come mikado e taffetà sono rivestiti da tulle e pizzo leggero. Dopo la serie dedicata alle grandi donne del Novecento, Donna Alliata, Moncada, Caterina, Aloisa, Elvira, Lauretta, Orioles e Flora, per i nomi ho scelto di omaggiare gli artisti che hanno reso straordinaria un’epoca come Enea, Velasco, Bergler, Damiani, Pojero, Florio, e come Ernesto Basile che ha progettato Palazzo Francavilla a Palermo, dove abbiamo ambientato lo shooting della collezione, intriso di quello stile liberty che mi contraddistingue». Saranno dieci le aziende siciliane presenti alla fiera di settore milanese, supportate dall’assessorato Attività Produttive della Regione, con fondi europei per il settore moda. Sotto il marchio Made in Sicily Lab, Mis Lab, ci saranno oltre alla Lo Jacono, Le Vie della Seta della catanese Francesca Paternò, con la collezione Opéra che evoca la grazia e la passione del balletto e ispirata agli anni ‘50 e ’60 e a La Dolce Vita di Federico Fellini.  Il designer messinese Marco Cucinotta, titolare di una azienda di creazione e produzione di fiori artificiali per la moda e la sposa. Il Calzaturificio Francesco, con Francesco Italy e Francesco Couture, marchi dedicati alle collezioni sposa e sposo; FG Creazioni, della famiglia Fasino di Mussomeli a Caltanissetta, specializzata negli abiti per damigelle e paggetti; Ejè Collection, di Alisè con sede a San Giovanni La Punta; Riflessi di Sicila, con la collezione “Blossoms” che evoca grandi personalità del nostro tempo; Koscanyo, che si ispira ai saloni dei palazzi storici di Sicilia che raccontano di feste fastose; Odette Sposi di Giovanna Monte e Privè by Scribano, che porta collezioni da uomo per le nozze.

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