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Riforma degli Ato, ma così non si risparmiano denari

Finalmente prende corpo la riforma degli Ato. Nasceranno a settembre delle nuove strutture nella speranza che il maggior coordinamento e la migliorata efficienza rendano finalmente funzionante il servizio di raccolta dei rifiuti. A questo scopo era stato stabilito, inizialmente, l’assorbimento dei dipendenti in organico fino al 2009. Complessivamente circa novemila persone che dovevano garantire la pulizia delle strade e le attività connesse.
Alla vigilia della riforma è arrivata la modifica. Il governo regionale ha accolto le richieste dei sindacati e quindi saranno assunti anche i dipendenti che hanno preso servizio a partire da 2010. Le cifre non sono ufficiali ma complessivamente dovrebbe trattarsi di altre tremila persone.
In sostanza la pianta organica sarà identica alla precedente. Certamente una decisione che viene incontro all’emergenza sociale. Con la disoccupazione a livelli record era difficile lasciare a casa migliaia di persone. Tuttavia qualche perplessità rimane: gli Ato sono crollati sotto il peso di una struttura di costi insostenibile. La salute della nuova organizzazione come sarà? Perché da quello che si vede non ci sono miglioramenti tali da lasciar immaginare un gran salto di qualità dal punto di vista economico. Non si capisce, per esempio, da dove dovrebbero arrivare i risparmi.
Nelle società di servizi, notoriamente, il principale fattore di costo è rappresentato dal personale. Non a caso era stato deciso, inizialmente, un taglio netto. Ora il ripristino assoluto. Speriamo che funzioni. Altrimenti bisognerà rassegnarsi all’inevitabile. Se i soldi non basteranno, le strade torneranno a riempirsi d’immondizia impastandosi ancor di più con gli sprechi di denaro pubblico.

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