Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

«La Raffineria di Gela non intende chiudere», i vertici Eni allontanano ogni rischio

A garantire il futuro produttivo del petrolchimico è stato Fanelli, direttore della Refining e Marketing

GELA. La Raffineria sarà riavviata. Gli investimenti sono stati riconfermati ma sono rallentati dagli iter autorizzativi troppo lunghi. In un piano di rilancio del sito anche i dipendenti dovranno tornare ad affezionarsi all’industria. A garantire un futuro produttivo al petrolchimico di contrada Piana del Signore è Angelo Fanelli, direttore generale della divisione Refining e Marketing. Il manager del colosso energetico del cane a sei zampe ieri ha incontrato i vertici del colosso Eni e della Raffineria insieme alle rappresentanze sindacali. Si sono dati appuntamento sotto le ciminiere dell’industria, per fare chiarezza sul futuro della Raffineria mettendo a tacere le preoccupazioni sul blocco delle attività legate, attualmente, al sequestro degli impianti produttivi volute dalla procura per indagare meglio sulle cause dell’incidente che ha causato il versamento a mare di petrolio. “C’è la volontà di riavviare la Raffineria”, ha ammesso l’ingegnere Fanelli alla presenza del suo vice, Domenico Elefante, di Marco Saetti (responsabile Raffinerie Eni), e per la Raffineria di Gela: Bernardo Casa (amministratore delegato), Claudio Zacchigna (presidente), Angelo Crescenti (responsabile del personale), e Massimo Laurenti (responsabile Roma). Durante il vertice del management Eni, sono emergere alcune perplessità legate agli episodi che si sono verificati, pur sottolineando la necessità di una reazione positiva anche tra i lavoratori per tornare a sottolineare l’attaccamento all’azienda che mira a riconfermare gli investimenti annunciati con la possibilità di incrementarli. Si è parlato anche di avvio di una serie di iniziative di coinvolgimento di tutte le risorse, tra sindacato, lavoratori e quadri. Una sorta di analisi profonda che dia spazio anche alla progettualità della Raffineria. Il punto di partenza sarà sicuramente l’avvio delle linee produttive per frenare l’emorragia di greggio estratto in città. Attualmente circa 20 tonnellate sono state trasferite in altri siti Eni e raffinati, creando anche un disagio all’indotto Agip petroli. “Il problema non è ancora definito – precisa Silvio Ruggeri, segretario Uilctem – Ci auspichiamo che la procura acceleri un pochino facendo le dovute indagini e consegni le apparecchiature interessate. Gli impianti dovranno essere controllati dai tecnici per approfondire le cause dell’incidente e apportare le opportune modifiche. Fanelli ha evidenziato il problema del rilascio in tempo utile delle autorizzazioni, parlando della necessità di velocizzare l’iter per non concedere alla concorrenza di avanzare”.

Caricamento commenti

Commenta la notizia