PALERMO. La Sicilia sprofonda in una crisi sempre più nera. E si mette alle spalle un 2012 orribile. Tutti gli indicatori sono di segno negativo: Pil, occupazione, produzione industriale, servizi, prestiti a famiglie e imprese, compravendite immobiliari e persino la quota di indebitamento che finora è stato volano per i consumi, ormai al palo. L'isola fa spesso peggio delle altre regioni d'Italia. Si salvano soltanto l'export e il turismo (gli unici con segno positivo), ma perchè trainati dalla domanda estera, quella interna, invece, va a picco e consegna un panorama disastroso. A fornire questo quadro drammatico è la Banca d'Italia nel suo rapporto sull«Economia in Sicilià, presentato dal direttore della filiale di Palermo, Giuseppe Arrica.
In un anno sono stati bruciati oltre 2 miliardi di euro di Pil, con un calo del 2,7%; flessione che aggrava i risultati negativi del 2011, quando la crisi aveva provocato la perdita di 1,1 miliardo di euro (-1,3% di Pil). Il valore aggiunto nell'industria in senso stretto si è ridotto del 4,2%, con un calo nel quinquiennio 2008-2012 addirittura del 20%; il grado di utilizzo degli impianti è sceso del 2,4%, mentre il fatturato, secondo una indagine di Bankitalia condotta tra marzo e aprile di quest'anno su un campione di imprese industriali con almeno 20 addetti è diminuito dello 0,9% in termini nominali; gli investimenti si sono ridotti del 6,2%. Fa peggio il settore delle costruzioni, con un calo di valore aggiunto del 7,9%, il 10% in meno di occupati e il 16,1% in meno di ore lavorate. In diminuzione del 16,9% il valore complessivo delle gare per le opere pubbliche, il cui numero si è ridotto del 2,3%. Valore aggiunto con segno negativo anche nei 'servizì: -1,9%. Crolla del 13,7% la spesa delle famiglie per i beni durevoli, in particolare per auto, motoveicoli, elettrodomestici e mobili.
Un pò meglio l'agricoltura: +4,1% la produzione di cereali, +5,2% il raccolto di frumento, +4,8% di coltivazione di ortaggi; in riduzione invece la produzione di pomodori (-2,8%) e di agrumi (-8,3%). Bene la produzione di vino, +48,4%. Segnali positivi, anche se in rallentamento in confronto al 2011, giungono dal turismo e dall'export. Gli arrivi di turisti stranieri sono aumentati del 2,8% anche se in misura ridotta rispetto all'anno precedente (5,4%), in rialzo anche i pernottamenti (+1,4%) ma con un ritmo inferiore al 2011 (+3,9%); la spesa degli stranieri è cresciuta del 21,8% (5,6% nel 2011); in diminuzione, invece, i turisti italiani: -2,6%. Performance migliori per le esportazioni delle merci, +21,2% (16% nel 2011) grazie al traino dei prodotti petroliferi, la cui vendita all'estero è aumentata del 26,1%.
PERSI 38 MILA POSTI DI LAVORO - In Sicilia persi 38 mila posti di lavoro nel 2012, con un calo dell'occupazione del 2,7% (dato in flessione da sei anni) e in peggioramento rispetto all'anno precedente (-0,5%). Situazione drammatica per i giovani: - 6,9% di occupati nella fascia tra i 15 e 34 anni e addirittura -9,8% fino a 24 anni. In totale gli occupati sono un milione e 394 mila. È quanto emerge dal rapporto della Banca d'Italia sull'Economia in Sicilia, presentato oggi. Al forte incremento delle persone in cerca di occupazione (32,6%) nel 2012 si è accompagnata una crescita delle forze di lavoro del 2,4%; il tasso di attività così è salito, dopo sei anni di contrazioni consecutive, di 1.3 punti, al 50,8%. L'espansione dell'offerta di lavoro si è riflessa in un aumento del tasso di disoccupazione di 4.2 punti, attestantosi a quota 18,6% e con un picco nel quarto trimestre del 2012 del 19,2%; si tratta di un dato superiore alla media del Sud (17,2%) e a quella nazionale (10,7%). I più in difficoltà sono sempre i giovani tra i 15 e i 24 anni: uno su due senza lavoro; il tasso di disoccupazione di questa fascia d'età ha raggiunto il 51,3% rispetto al 35,3% della media nazionale. Anche le retribuzioni dei lavoratori dipendenti risultano tra le più basse d'Italia, pari a 1.159 euro rispetto ai 1.254 euro della media Paese. Raddoppiato il ricorso agli ammortizzatori sociali: +37,8% di ore autorizzate contro il 18,5% del 2011. La cassa integrazione in deroga è stata concessa a circa 12 mila lavoratori, tre mila in più del 2011.
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