«Un rituale malavitoso. Quel ragazzo viveva in un ambiente così, dominato da una sottocultura in cui un no viene considerato un affronto e la violenza viene tollerata, o peggio».
Per Paolo Crepet, Corigliano Calabro - il paese dove Fabiana Luzzi, una studentessa di 15 anni, è stata accoltellata e bruciata viva dal fidanzato diciassettenne - non è solo un puntino sulla carta geografica del Bel Paese. Solo pochi giorni fa, infatti, lo psichiatra e direttore scientifico della «Scuola per Genitori» s'era recato in quella comunità della Piana di Sibari per una conferenza con gli studenti locali sul rapporto padri-figli: «Il caso ha voluto che io fossi a Corigliano il giorno prima del delitto, il giovedì, per un incontro organizzato dalle scuole. Tra cui, quella della ragazza uccisa».
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Uccisa e bruciata viva dal fidanzato Crepet: un rituale malavitoso
Lo psichiatra e scrittore sul caso della quindicenne di Corigliano: “Quel ragazzo viveva in un ambiente in cui la violenza viene tollerata”
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