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Formazione, soldi ma non per tutti i corsi

PALERMO. Sembra scongiurato il pericolo che dall'8 giugno circa 8 mila dipendenti del settore della formazione professionale restino senza lavoro. Il secondo anno dei corsi del cosiddetto Avviso 20 verrà finanziato con i fondi europei del Piano giovani. In particolare, ad essere salvati dovrebbero essere circa l'80 per cento dei corsi (pari a 2.448) della prima annualità, che in tutto sono 3061.

I tempi stringono e l'assessorato di via Ausonia corre ai ripari, dopo la decisione del governo Crocetta di rivedere il mega avviso Centorrino-Albert. Il 7 giugno, infatti, finisce la prima annualità dell'Avviso 20, il bando che ha spostato la formazione sui fondi europei. La paura dei sindacatiè stata sempre quella che, senza copertura finanziaria, all'indomani dalla scadenza i lavoratori potessero rimanere «a spasso».

Una pentola a pressione che rischia di esplodere e che sta facendo scendere in piazza migliaia di persone, che in molti casi vantano ancora stipendi arretrati del primo anno. Ma l'assessore Nelli Scilabra cerca di rassicurare gli animi: «I lavoratori stiano tranquilli - dice- abbiamo individuato nel Piano giovani le risorse per garantire un futuro ai dipendenti e all'intero settore». La dotazione complessiva del Piano giovani ammonta a circa 452 milioni di euro, fondi europei finalizzati all'occupazione di chi ha un'età dai 17 ai 35 anni, che rientrano nel «Piano di coesione» gestito dal ministero della Coesione territoriale.

L'idea della Regione è quella di «traghettare dentro il Piano giovani quei corsi che rispondono alle esigenze del territorio, alle richieste del mercato e che rientrano nei vincoli e nelle finalità delPiano stesso». Qualche esempio: verranno privilegiati i corsi che riguardano le energie rinnovabili e tagliati quelli per le estetiste o gli acconciatori. Gli esclusi potranno partecipare al nuovo bando del 2014. Ma bisognerà aspettare ancora una settimana per conoscere i dettagli del «piano di salvataggio». L'assessore, infatti, ha chiesto agli uffici un report completo delle attività degli enti, i cui risultati dovrebbero essere pronti giovedì prossimo. Solo a quel punto, la Regione dirà quante risorse verranno utilizzate per il finanziamento del secondo anno dei corsi.
Intanto, secondo la Uil, con Giuseppe Raimondi, «adesso è ora di recuperare il ritardo accumulato e emanare subito i decreti che consentano agli enti di revocare le procedure di mobilità». Per la Cisl «era l'unico modo per uscire dall'impasse - dice Giovanni Migliore -. Abbiamo solo perso tempo. È necessario aprire un confronto con gli enti, i sindacati e l'assessorato per salvaguardare gli eventuali esuberi». Anche per Giusto Scozzaro della Cgil «bisogna accelerare, affinchè si renda operativa la seconda annualità dei corsi».
Intanto, risolto il nodo della seconda annualità, rimane aperto quello per la copertura del terzo anno di lezioni. «La terza annualità è completamente scoperta - continua la Scilabra -. L'idea è quella di incardinarla nella nuova programmazione dei fondi comunitari e di utilizzare le economie del primo anno dell'Avviso 20, cioè risorse rimaste inutilizzate perché molte lezioni non sono mai partite».

Sia Crocetta che l'assessore Scilabra hanno sempre definito «fallimentare» l'attuale sistema della formazione e aspirano ad una riforma che punti più sull'apprendistato che sulle lezioni in classe. «Dovrà rispondere alle regole di Bruxelles e essere organizzata anche in convenzione con le aziende», conclude l'assessore.

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