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Violante: “Politica e menzogna, gli italiani lasciano correre”

Le riflessioni dell’ex presidente della Camera in un libro: «È una lesione del rapporto di fiducia con gli elettori»

Quanta verità scorre nel fiume della comunicazione politica? Quanto distanza c'è tra cittadini e partiti, tra base e movimenti? E quanta tra realtà (sociale ed economica) e realizzabilità di programmi e manifesti? Sono domande che attraversano spesso le coscienze degli elettori, e che quando affiorano, forse oggi più che mai in tempi di «antipolitica», fanno percepire i Palazzi come spazi oscuri e lontani. Luciano Violante, veterano delle istituzioni, già presidente della Camera, nonché docente di Diritto pubblico presso «La Sapienza», ci ha riflettuto sopra in un libro fresco di stampa, «Politica e menzogna», che sviluppa l'intimo, «ma non indissolubile» legame tra l'inganno e l'arte di governo su diverse prospettive, intrecciando storia, filosofia, letteratura, sociologia. Con una premessa: «La menzogna - sottolinea il professore - di per sé costituisce sempre una lesione del rapporto di fiducia tra politico ed elettore. Ma bisogna fare delle distinzioni».

QUALI? CI SONO MENZOGNE LEGITTIME? C'È QUALCUNO CHE NON HA DIRITTO A CONOSCERE LA VERITÀ?
«Il cittadino sempre e comunque. Tra gli stessi politici, invece, il discorso cambia: non è sempre opportuno svelare all'avversario il vero. Nel dialogo tra politici, infatti, bisogna evitare di dire ciò che l'altro può utilizzare per danneggiare la tua parte, il tuo schieramento o la tua persona. Ci poi sono contesti, come quello diplomatico ad esempio, in cui la menzogna, o perlomeno la dissimulazione, sono spesso giustificati dalle regole del gioco in cui ci si muove. C'è poi un altro tipo di bugia, quella strategica. Che a volte può anche essere "felice". È il caso di Roosevelt, che con una menzogna - un attacco dei sommergibili tedeschi a un cacciatorpediniere americano - portò gli Stati Uniti in guerra contro la Germania di Hitler, contribuendo in maniera decisiva alla sconfitta del nazismo. Ciò premesso, nel rapporto tra politica e società la verità deve essere totale. Una cosa è mentire tra politici, in cui si è sullo stesso piano e ciascuno sa che l'altro potrebbe dire falsità, un'altra è ingannare i cittadini. In quest'ultimo caso la bugia è sempre dannosa».

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