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C'è l'intesa, prosegue il matrimonio tra Conte e la Juventus

Dopo tre ore di summit, è il presidente Agnelli a dare l'annuncio: «Abbiamo pianificato la stagione 2013-2014 per continuare a costruire».

TORINO. Il summit era nell'aria, così come la fumata bianca. Dopo giorni di tatticismi, mezze parole e interpretazioni assortite, ecco l'annuncio tanto atteso dal popolo bianconero. Antonio Conte resta alla Juventus. A dirlo, in serata, il presidente Andrea Agnelli, al termine di un colloquio di circa tre ore con il tecnico che ha riportato la Vecchia Signora alla vittoria: «Abbiamo pianificato il 2013/2014, per continuare a costruire insieme». Poche parole, infarcite da sorrisi e strette di mano, davanti ai giornalisti che si erano precipitati in corso Galileo Ferraris appena appresa la notizia che l'auto di Conte era stata avvistata in zona. Il tecnico era arrivato alle 17.50, dopo l'allenamento. Ad attenderlo il presidente Andrea Agnelli, l'amministratore delegato, Beppe Marotta, il direttore sportivo, Fabio Paratici, e il consigliere Pavel Nedved. Obiettivo: guardarsi negli occhi e mettere fine alle incertezze degli ultimi giorni. Prima le affermazioni di Conte dopo il match con il Cagliari, con cui puntualizzava di voler arrivare ai nastri di partenza della prossima stagione con l'obiettivo di continuare a vincere. Poi l'attesa per il confronto, spezzata lunedì da un'intervista tv di Agnelli. «L'incontro c'è già stato», aveva fatto sapere il presidente juventino, aprendo sostanzialmente alle aspettative dell'allenatore. Che però aveva reagito con sorpresa, da Bari. Fino all'incontro di oggi, quello risolutivo. Le richieste di Conte, che ha un contratto con il club fino al 2015, erano note. Diventare un allenatore con profilo manageriale, avere a disposizione una squadra in grado di competere ad alti livelli anche in Europa, rinfrescare la rosa in sei-sette elementi, oltre che piazzare due innesti di qualità in attacco, magari anticipando gli investimenti previsti per l'anno prossimo. Intenzioni che devono essersi conciliate con le linee guida della società, che punta a risanare definitivamente i conti e a non sforare il tetto dei 200 milioni di euro tra monte ingaggi e ammortamenti. Questione di contabilità, che riguarda anche gli scudetti. «Quella della passione è diversa dalla contabilità ufficiale - aveva detto il presidente Agnelli al mattino, durante la cerimonia di premiazione organizzata dal Comune di Torino -: voglio rimarcare che per noi gli scudetti sono 31, ma capisco che in una sala istituzionale si faccia riferimento ai numeri degli albi ufficiali». La puntualizzazione del presidente della Juventus, con un sorriso, dopo che il presidente del Consiglio Comunale, Giovanni Maria Ferraris, aveva dato il benvenuto alla Juventus «campione d'Italia per la ventinovesima volta». Agnelli aveva poi parlato degli obiettivi futuri, ponendo l'accento sulla Champions. «All'Europa - ha detto - ci siamo andati vicino, ma per due volte la coppa l'abbiamo anche portata a casa. Lavoreremo per coronare un sogno che è nelle nostre ambizioni». Le sue e quelle di Antonio Conte.

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