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Processo Ruby, l'ira di Berlusconi: sentenza da pregiudizio e odio

ROMA. «Odio e bugie». Il Cavaliere attacca sul processo Ruby e la tregua sulla giustizia sembra diventare sempre più difficile. Il fragile patto dell'Abbazia siglato tra le squadre di Enrico Letta e di Angelino Alfano all'indomani della manifestazione anti-toghe di Brescia, con l'impegno di una moratoria su piazza e comizi, è infatti subito messo a dura prova dal 'terzo attò giudiziario su Silvio Berlusconi.
La pesante requisitoria del Pm Boccassini, chiusa con la richiesta di condanna per l'ex premier a 6 anni con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, è andata oltre ogni più pessimistica previsione del leader Pdl. “Schizzi di fango” a ripetizione - si è ribellato il Cav  -. Dopo la sentenza d'appello di Milano sui diritti Tv che ha confermato la condanna a quattro anni di carcere e la richiesta di Napoli sulla presunta compravendita dei parlamentari, il cerchio si chiude con una “accusa odiosa”, quella di prostituzione minorile oltre che di concussione.
«Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall'odio, tutto contro l'evidenza, al di là dell'immaginabile e del ridicolo», ha tuonato Berlusconi facendo peraltro sapere di avere snobbato la requisitoria della 'nemicà Boccassini alla quale «tutto è consentito» perchè protetta dallo «scudo di una toga».
«Povera Italia!», ha chiosato infine Berlusconi attorno al quale hanno fatto quadrato tutti i fedelissimi.

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