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La parabola discendente del Palermo: dall'Europa alla B

Sette anni di successi, due di amarezze. Nove anni di grandi amori. Difficile dire chi sia stato il rosanero più amato dai fans rosanero dal giorno del ritorno in A. Tra i tecnici la scelta è facile: Guidolin e Delio Rossi hanno sempre diviso i fans

di CARLO BRANDALEONE

Si è chiuso un ciclo e da qualsiasi parte si guardi è stato il ciclo più importante e prestigioso della storia del calcio a Palermo. Senza voler mancare di riguardo agli illustri presidenti che l'hanno preceduto, alcuni come Renzo Barbera amatissimi dai tifosi, Zamparini ha portato il Palermo il club rosanero dove non era mai arrivato. E per molti motivi, anche anagrafici, sarà difficile che l'imprenditore friulano possa ripetere un ciclo tanto prestigioso. In questi nove anni di serie A il Palermo ha conseguito risultati che mai aveva ottenuto nella sua storia secolare, fatta di molti bassi e di pochi alti. Dal 29 maggio del 2004 il club rosanero, se si escludono le ultime due stagioni, è sempre stato nell'elite del calcio italiano. Cinque le partecipazioni all'Europa League, la prima proprio nell'anno della promozione in A. Il miglior piazzamento quello della stagione 2005-2006 quando i rosa con Papadopulo in panchina furono eliminati ai sedicesimi di finale dallo Schalke 04. In Europa League splendide pagine di storia rosanero furono scritte l'anno dopo, quando il Palermo di Guidolin vinse prima a Londra sul campo del West Ham e poi a Berlino. Momenti di festa per migliaia di emigrati.
In questi nove anni il Palermo è stato anche uno dei principali serbatoi della nazionale italiana. Il primo rosanero in azzurro della gestione Zamparini fu Luca Toni, convocato quando il Palermo era ancora in B. Poi toccò a Zaccardo, Barzagli, Grosso, Barone, Balzaretti, Cassani, Bovo etc. Nel 2006, al Mondiale in Germania vinto dall'Italia, buona parte della difesa di Lippi era composta da rosanero (soprattutto dopo l'infortunio di Cannavaro) e Fabio Grosso segnò da «palermitano» lo storico gol contro la Germania che portò l'Italia in finale. E successivamente il rigore per la vittoria sulla Francia.
Anni di grande calcio e di grandi numeri. 551 fino a ieri i punti conquistati dal Palermo nei nove anni in serie A. La stagione più prolifica quella del 2009-2010, la prima col Delio Rossi che subentrò a Walter Zenga. Quell'anno 61 punti e quinto posto finale. Sesto il Palermo era arrivato nella stagione 2006-2007 con 52 punti e nella stagione 2004-2005 con 51 punti. La stagione 2006-2007 verrà ricordata come quella del grande sogno. Trascinato da Amauri il Palermo per tutto il girone di andata contese alle grandi (ma non c'era la Juve) il primo posto e per nove turni fu in vetta alla classifica. Alla vigilia di Natale Amauri si infortunò a Siena e il Palermo nonostante il notevole vantaggio sulle inseguitrici non riuscì neppure a qualificarsi per la Champions League.
La Champions League è stato certamente il principale rimpianto del Palermo di Zamparini. Più volte sfiorata, non è mai arrivata. I rosa ci andarono vicini nel 2004-2005, ma a Genova un rigore molto dubbio fischiato contro Fabio Grosso frenò la marcia dei rosa. Sempre contro la Sampdoria nella stagione 2009-2010 il Palermo giocò al Barbera uno spareggio in piena per il quarto posto. Finì 1-1 davanti a uno stadio stracolmo che a fine gara applaudì entrambe le squadre e il giorno dopo la Samp mandò una lettera di ringraziamento al Palermo per la grande sportività del suo pubblico. Il Palermo non andò in Champions quell'anno perché nell'ultima giornata la Samp (che aveva prima vinto a sorpresa a Roma) piegò in casa il Napoli in una gara che fu fortemente attenzionata dalla giustizia sportiva.
Tanti i momenti esaltanti di questi nove anni di serie A. Iniziati con un record assoluto, perché l'anno della promozione, che mancava da 32 anni, il Palermo non aprì mai i botteghini di viale del Fante avendo venduto tutti i posti (oltre 33.000) in abbonamento. Non si era mai verificato in Italia. Tanti i momenti esaltanti, tante le vittorie che resteranno scolpite nella memoria dei fans rosanero. La prima contro la Juve nella stagione 2004-2005, quel tiro a effetto di Brienza che mandò in estasi il Barbera. Ma anche i successi a Milano contro il Milan delle stagioni 2006-2007 e 2009-2010. Per non parlare delle tre vittorie di fila sul campo della Signora, un «primato» che riteniamo nessun club al mondo possa vantare. Tanti momenti esaltanti con qualche giornata nera come la pece. Nessun tifoso rosanero dimenticherà mai la sconfitta col risultato di 4-0 subita dal Catania nella stagione 2008-2009, una ferita ancora aperta. E chi potrebbe dimenticare il 7-0 subito al Barbera contro l'Udinese di Guidolin, la stessa Udinese che l'anno prima era passata a Palermo col punteggio di 5-0. Alti e bassi di un’«era» comunque esaltante, in cui lacrime di gioia si sono mischiate spesso con lacrime di dolore. Indimenticabili quelle dei quarantamila palermitani che il 29 maggio del 2011 invasero Roma per la finale di Coppa Italia contro l'Inter. I nerazzurri non erano in gran forma ma anche questa volta la Coppa sfuggi alla bacheca rosanero.
Sette anni di successi, due di amarezze. Nove anni di grandi amori. Difficile dire chi sia stato il rosanero più amato dai fans rosanero dal giorno del ritorno in A. Tra i tecnici la scelta è facile: Guidolin e Delio Rossi hanno sempre diviso i fans. Con loro il Palermo ha raggiunto i traguardi più alti, entrambi si lasciarono male con Zamparini che li prese e li esonerò a più riprese. Tra i calciatori è passato il meglio del panorama mondiale: primo tra tutti Edi Cavani che ora mezza Europa vorrebbe. Acquistato 6 milioni, venduto 17 a rate, adesso ne vale 67. Cavani, Pastore, Amauri, Barzagli, Corini, Toni, Grosso, Miccoli. La lista è lunga, il rimpianto è forte, come il timore che rivivere certe emozioni non sarà facile.

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