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Fiat, Burrafato scrive a Letta: "A Termini situazione drammatica"

Il sindaco fa un appello al nuovo premier: «La città vive una stagione difficile segnata dalla dismissione dello stabilimento e che ancora oggi non trova una ricetta utile per poter portare al reimpiego dei lavoratori che da troppe settimane sono con le braccia incrociate in cassa integrazione»

TERMINI IMERESE. In una lettera al premier Enrico Letta e ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, il sindaco Totò Burrafato ricorda che «nel profondo sud esiste Termini Imerese». E lancia un appello perchè «tutte le cariche istituzionali sappiano la situazione difficile e al limite della sopportabilità che vive Termini Imerese». «Non venga mai più nessuno a dire «Non ci avevamo pensato o Stavamo lavorando per...» - scrive il sindaco - perchè c'è il rischio concreto che la disperazione di questi giorni trasformi una crisi industriale e occupazionale in una crisi di sistema con ovvie e drammatiche ripercussioni sull'ordine pubblico». «La nostra città è davvero in ginocchio - avverte - non può più attendere e abbiamo bisogno di quelle risposte concrete che ad oggi non ci sono state ancora date». «Termini Imerese vive una stagione difficile - aggiunge - segnata dalla dismissione dello stabilimento Fiat e che ancora oggi non trova una ricetta utile per poter portare al reimpiego dei lavoratori che da troppe settimane sono con le braccia incrociate in cassa integrazione». E allora «proprio in queste ore in cui stanno definendo le agende politiche e si stanno individuando le priorità e le risorse da mettere a servizio dello sviluppo del territorio e anche tutte le misure per contrastare la disoccupazione». Burrafato sollecita «attenzione alle vertenze sull'area industriale di Termini Imerese». «A Grasso, soprattutto, siciliano e già procuratore nazionale antimafia - dice il sindaco - ricordo il contenuto di tante sue interviste, quando sottolineava con chiarezza che la miglior forma di contrasto alla mafia è la capacità dello Stato di dare risposte concrete a quei territori che vogliono ememdarsi dai gangli di Cosa nostra», scrive il sindaco.

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