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L'uomo della promozione condanna il Palermo, addio alla Serie A

Partita rocambolesca al Barbera, dove l'Udinese si impone per 3-2. Rosa costretti quasi sempre a inseguire il risultato. La rete di Benatia suona come una sentenza. Torino e Genoa pareggiano

PALERMO. Forse una mano divina quel 29 maggio del 2004 aveva già scritto tutto. A nove anni di distanza, la sconfitta contro l’Udinese, che probabilmente mette fine all’esperienza in Serie A del Palermo, assomiglia quasi a un cerchio che si chiude. Nove anni fa era l’uomo dei sogni, condottiero di una squadra spettacolare. Stiamo parlando di Francesco Guidolin. Oggi è tornato al Barbera da avversario con la sua Udinese e se in quel 2004 furono lacrime di gioia, stavolta Guidolin fa piangere amaramente il popolo rosanero. Il 3-2 dei suoi bianconeri, che volano verso la zona Europa, chiude probabilmente ogni discorso salvezza per il Palermo. Il più che prevedibile pareggio tra Torino e Genoa, poi, allontana ancora di più le dirette concorrenti. Rosa adesso a quattro punti dal quel quart’ultimo posto che varrebbe la permanenza in A. La matematica ancora non condanna gli uomini di Sannino, che devono vincere le prossime due partite con Fiorentina e Parma e sperare che il Genoa contro Inter e Bologna non faccia più di un punto. I 25 mila del Barbera hanno spinto fino alla fine i rosanero. Ma quella contro l’Udinese è stata una partita stregata. Il Palermo si è sempre trovato a inseguire. E ogni volta che sembrava potesse arrivare la svolta a favore dei rosa, è arrivata puntuale la mazzata. La foga per un risultato obbligato ha fatto il resto. E il Palermo più attento e aggressivo dietro delle ultime partite ha lasciato il posto ad errori in difesa che hanno poi determinato il risultato. I rosa hanno avuto la forza di rialzarsi due volte con Miccoli e Hernandez che hanno risposto alle reti di Muriel e Angella. Il pareggio di Abel all’80’ ha messo davanti agli occhi gli ultimi dieci minuti di arrembaggio alla ricerca del sorpasso. E, invece, due minuti dopo il gol di Benatia, che suona come una condanna definitiva. 
La partenza del Palermo è decisa. Forse anche troppo.  Al 10’, infatti, dopo un corner a favore, i rosanero si fanno trovare troppo sbilanciati. Nel due contro due Muriel è micidiale, si beve Dossena e infila Sorrentino. Vantaggio Udinese e partita in salita. La partita si mette benissimo per l’Udinese che a questo punto ha in mano il pallino della gara, mostrando un gioco fluido che si sviluppa spesso e volentieri nelle fasce con Gabriel Silva e Basta. Nel momento più complicato, però, è la giocata del capitano a riportare in quota i rosanero. Bello il velo di Barreto su cross di Dossena. Stop a seguire perfetto di Miccoli, Heurtaux entra scomposto sulla sua gamba d'appoggio. Fallo netto e Giannoccaro fischia il rigore, che lo stesso Miccoli trasforma al 34’, tirando sotto la traversa. Esplode il Barbera. L’inerzia cambia di nuovo e al 39’ il Palermo trova il gol con Dossena, ma il guardalinee segnala giustamente fuorigioco. Al momento del colpo di testa di Barreto respinto da Brkic, l’ala è al di là della linea dei difensori. Finisce il primo tempo. Era fondamentale andare a riposo quantomeno con il risultato in parità.
Il Palermo ricomincia all’attacco la ripresa e già al 49’ ha una ghiotta occasione per il sorpasso. Ilicic porta a spasso gli avversari e serve una palla d’oro a Barreto che mette in mezzo, ma Miccoli spara alle stelle. Non c’è un attimo di tregua e un minuto dopo è splendida l’apertura rasoterra di Faurlin ancora per Miccoli, ma anche il pallonetto di sinistro finisce alto. Il gelo, però, ripiomba sul Barbera al 53’, quando Giannoccaro fischia un rigore per l’Udinese. È scriteriato il movimento di Aronica con entrambe le mani alzate in un cross da calcio d’angolo. Da stabilire se poi tocca con le mani, ma l’arbitro non ha dubbi. Sorrentino, però, fa esplodere il Barbera, respingendo il rigore calciato da Di Natale. La partita, però, resta stregata. Ogni corner è una sofferenza e su calcio d’angolo di Di Natale al 64’ Sorrentino non può far nulla sullo stacco perentorio di Angella. Udinese di nuovo avanti. Sannino aumenta il peso in attacco, inserendo Hernandez per Kurtic. Guidolin risponde con Zielinski al posto di Di Natale. Ma il Palermo resta tramortito e sono gli ospiti a restare pericolosi con Badu che al 69’ colpisce il palo. Il Palermo è appeso a un filo, ma ha ancora cuore. È uno dei più freschi a tenerlo ancora in vita. Hernandez all’81’ rianima squadra e Barbera con un chirurgico sinistro a girare che impallina Brkic. È solo l’illusione, però. L’Udinese non regala nulla e all’83’ in una mischia su un tiro non trattenuto da Sorrentino è Benatia a spuntarla per il nuovo vantaggio bianconero. È il gol che spezza definitivamente le gambe. Ma spezza con ogni speranza di restare in Serie A. Si finisce con i giocatori distesi per terra, con Miccoli e compagni che vanno a raccogliere gli applausi della curva. Finisce con qualche spicchio delle due curve che contesta Zamparini. La maggior parte del tifo, però, grida forza Palermo. Finisce così, ma bisogna ripartire da questo.

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