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Il Palermo paga la mancanza di stabilità

Il Palermo si appresta a lasciare la serie A dopo 9 stagioni. Un boccone amaro per lo spendido pubblico rosanero che ieri ha dato l'ennesima dimostrazione di attaccamento alla squadra. Tuttavia puo' non essere un dramma se il presidente Zamparini, presa coscienza degli errori perpetrati nelle ultime due stagioni, costruisca da subito una corazzata in grado di riportare immediatamente la squadra nella massima serie.
Quello che non è andato potremmo sintetizzarlo in due-tre concetti precisi.
Perchè una squadra funzioni occorre stabilità: quella che è mancata soprattutto quest'anno con ben cinque avvicendamenti sulla panchina del Palermo. Zamparini ha ritenuto che i problemi stessero nella conduzione tecnica, il campionato ha detto invece che la squadra aveva soprattutto grandi lacune.
Non inganni il finale di stagione il cui merito va esclusivamente alla capacità di Sannino di essere riuscito a stimolare l'amor proprio dei giocatori. Stabilità significa anche fare scelte adeguate in estate ed apportare pochi e giusti correttivi a gennaio, non attuare continue rivoluzioni che servono a disgregare non certo a fare gruppo.
E per fare le scelte occorrono uomini capaci, e da Palermo ne sono passati, dandogli spazio e fiducia, e comunque un tempo più o meno lungo per dimostrare la bontà del lavoro. In una parola si chiama programmazione.

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