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Parlamento, il nuovo disegno delle commissioni: ma è scontro su Nitto Palma

Rimane il nodo della Giustizia tra Pdl e Pd. Il centrodestra ha indicato l'ex ministro, ma è arrivata la bocciatura almeno per oggi. A questo punto il Partito democratico si conferma avere dei parlamentari che non seguono le indicazioni dei capigruppo. M5S ottiene la prima presidenza di un organismo parlamentare, quella della Giunta per le elezioni della Camera

ROMA. La Giustizia rimane tema divisivo tra Pdl e Pd, mentre quest'ultimo si conferma avere dei parlamentari che non seguono le indicazioni dei capigruppo. Dal mix di queste due componenti è arrivata la bocciatura, almeno per oggi, del candidato del Pdl alla presidenza della Commissione Giustizia del Senato, l'ex ministro del governo Berlusconi Nitto Palma. In tutte le altre Commissioni permanenti di Camera e Senato sono stati eletti i candidati concordati nella maggioranza, mentre M5S ottiene la prima presidenza di un organismo parlamentare, quella della Giunta per le elezioni della Camera.  I capigruppo di Pd e Pdl di Senato e Camera avevano concordato i presidenti delle Commissioni, cioè gli organismi dove vengono esaminati i provvedimenti prima dell'Aula. Per le più importanti era stato fissato un incrocio tra Camera e Senato: la affari costituzionali del Senato era stata attribuita alla Pd Anna Finocchiaro e quella della Camera al Pdl Francesco Sisto; per la Bilancio i candidati erano Antonio Azzollini (Pdl) al Senato e Francesco Boccia (Pd) alla Camera. Analogamente alla Giustizia i nomi erano Donatella Ferranti (Pd) alla Camera e Nitto Palma (Pdl) al Senato, entrambi ex magistrati. Mentre in tutte le commissioni dei due rami del Parlamento l'intesa ha retto, alla Giustizia di Palazzo Madama le cose sono andate diversamente. Sull'ex Guardasigilli già nei giorni scorsi il «partito dei magistrati» interno al Pd aveva storto il naso e oggi al momento del voto Palma ha ottenuto solo 12 suffragi: 7 del Pdl, 1 di Grande Sud e 4 da Scelta civica e Pd sugli 11 potenziali di questi ultimi due. Troppo pochi, perchè ne occorrono 14, cioè la metà dei 26 componenti (la Lega si è astenuta in tutte le commissioni di Camera e Senato). Al secondo scrutinio Palma è arrivato a 13 voti, dopo di che si è rinviato tutto a domani. Dito puntato contro Felice Casson, che avrebbe capeggiato la 'rivoltà dentro ai Dem e che ha annunciato per domani un candidato alternativo. Il tutto dopo una riunione di 20 minuti con i componenti di Sel e M5s. Il capigruppo del Pdl, Renato Schifani, intende riproporre Palma mentre nel Pd si prendono in considerazione varie ipotesi, compresa la sostituzione dei componenti in commissione Giustizia. Nel partito democratico c'è consapevolezza che dietro questa operazione politica si celi una insidia per il governo. E anche nel Pdl, dove fonti parlamentari riferiscono di un invito ad abbassare i toni, almeno per ora, giunto da Silvio Berlusconi. Anche se tra i pidiellini l'amarezza sembra essere molto forte. E più di un senatore ricorda che i democratici hanno fatto resistenza su Nitto Palma ma hanno poi votato in massa per Formigoni alla commissione Agricoltura. Per le altre commissioni c'è stata la concorrenza interna a Pd e Pdl: nel secondo ciò ha portato a scegliere Giancarlo Galan per la presidenza della commissione Cultura della Camera al posto di Maria Stella Gelmini. Nel Pd il 'prodianò Sandro Gozi è stato sacrificato per la commissione Affari Europei al bersaniano Michele Bordo, e Nico Olivero all'altro bersaniano Luca Sani alla commissione Agricoltura. La franceschiniana Emilia De Biasi, sfrattata dalla commissione Cultura del Senato dal 'renzianò Andrea Marcucci, si è rifatta con la  commissione Sanità, lei che si è sempre occupata di scuola. Infine M5S ha ottenuto la presidenza della Giunta per le elezioni della Camera con il 35enne Giuseppe D'Ambrosio, presidente con due orecchini, eletto grazie ai voti di Pd e Pdl. La la Giunta è organo di garanzia tradizionalmente attribuito alle opposizioni.

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